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Mappe in movimento verso l’8 marzo

Mappe in movimento verso l’8 marzoNon una di meno in piazza – Foto di Giancarlo Donatini

Non una di meno Lo sciopero globale delle donne

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 3 marzo 2017

Non una di meno. Il movimento in marcia verso lo sciopero globale dell’8 marzo, a cui partecipano 40 paesi. Ieri mattina, in diverse città italiane si sono svolte conferenze stampa di presentazione. A Roma, l’appuntamento è stato alla Casa internazionale delle donne, come sempre luogo di accoglienza e continuità. Al tavolo, temi e pratiche per la giornata di mobilitazione: 24 ore di astensione dal lavoro produttivo e riproduttivo. La violenza maschile contro le donne – dice il movimento – non si combatte con l’inasprimento delle pene (come l’ergastolo per gli autori dei femminicidi in discussione alla Camera), ma con una trasformazione radicale della società: con la lotta, quindi, concreta e simbolica contro un fenomeno strutturale che controlla e condiziona ogni ambito della vita delle donne: in famiglia, al lavoro, a scuola, negli ospedali, in tribunale, sui giornali, per la strada.

PER QUESTO, l’8 marzo sarà l’occasione per riscattare la giornata dalla ritualità, riempiendola di nuovi contenuti. «Uno sciopero femminista, di donne, globale, politico, sociale, sindacale. Uno sciopero anche dal lavoro di cura e da quello domestico, e dal consumo. Per far pesare il lavoro gratuito che ogni giorno svolgiamo, per affermare la necessità di welfare, a cui spesso il nostro lavoro di cura si sostituisce». Non una di meno ha scritto ai sindacati e molte sigle hanno dato copertura. Hanno aderito Usi, Slai Cobas per il sindacato di classe, Cobas, Confederazione dei Comitati di base, Usb, Sial Cobas, Usi-Ait, Sgb, Flc Cgil. I sindacati confederali non hanno raccolto la sfida. Susanna Camusso non ha risposto alla richiesta di incontro, la Cgil organizzerà però manifestazioni sui luoghi di lavoro.

LA FIOM-CGIL «ha dichiarato che non indirà lo sciopero generale, giudicando questo strumento di mobilitazione nei termini di uno sciopero politico, quindi difficilmente articolabile, comprensibile e perciò realizzabile nei luoghi di lavoro in cui è presente e opera». Lo sciopero globale racchiude diverse vertenze che animeranno le piazze tematiche, anche contro lo sfruttamento e il lavoro nero. A Roma, la mattina dell’8 marzo, alle 8, il movimento sarà al presidio delle lavoratrici Almaviva in lotta contro i licenziamenti. Alle 10, tutte sotto la sede della Regione Lazio (alla Garbatella). Un’iniziativa che racchiude tre temi: «lavoro, salute e situazione dei centri antiviolenza e dei consultori, la questione della maternità consapevole e della violenza ostetrica durante il parto, messa in evidenza dalla chiusura dell’unica Casa del parto, quella di Ostia, per mancanza di personale».

L’OSPEDALE San Camillo di Roma ha indetto un concorso per assumere due medici non obiettori, che verranno assegnati al Day Hospital e Day Surgery per l’applicazione della legge 194. «Una vicenda che riapre la questione dell’altissima percentuale di obiettori (il 76% dei medici a livello nazionale e l’81% solo nel Lazio), mentre si dipana l’intreccio di interessi vaticani per mettere le mani sui reparti di Ostetricia e Ginecologia».

CENTRALE, per il movimento, la stesura di un nuovo piano femminista nazionale contro la violenza «che parta dal basso e ponga problemi strutturali». In questi giorni, il governo ha indetto dei tavoli di lavoro per il prossimo piano antiviolenza. Il movimento chiede che si aspetti l’8 marzo e che vengano ascoltate le proposte collettive. La mattina dell’8 (alle 9 a Piazza San Cosimato e alle 11 alla Sapienza), due appuntamenti contro la «buona scuola» e i suoi decreti attuativi e per una ricerca libera, laica e accessibile a tutt*. Alle 17, al Colosseo per dire: «Se le nostre vite non valgono, allora scioperiamo».

UNO SCIOPERO contro ogni tipo di violenza, razzismo, omofobia, contro muri e frontiere. Insieme alle donne migranti. L’indicazione globale è quella di far pendere striscioni da ogni ponte in cui evidenziare il ripudio di gabbie e confini. Contenuti e simboli (la matrioska, il nero e fucsia come colori per riconoscersi) sono comuni, definiti a partire dalla grande manifestazione del 26 novembre (oltre 200.000 persone) in due assemblee nazionali. Le forme e le iniziative possono variare. Oggi, «tormenta di twitter» internazionale con hashtag #YoParo8M e #WhyIstrike.

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