«Quella del referendum è una strada incerta, perché potrebbe essere dichiarato inammissibile e, in ogni caso, probabilmente non andremmo a votare prima di giugno 2026. È più praticabile il ricorso alla Corte costituzionale di una o più Regioni». Parole di Massimo Villone, il costituzionalista che ha insegnato all’università Federico II e che da tempo esprime forti critiche nei confronti del ddl Calderoli sull’autonomia differenziata. Ieri a Napoli ha partecipato al presidio convocato davanti alla Prefettura in concomitanza con la discussione della norma alla Camera e ha cercato di immaginare, dando per scontato che il ddl sarà approvato a breve, la strategia per continuare nella battaglia. «È sufficiente – ha ricordato Villone – che il ricorso alla Consulta sia presentato anche da una sola Regione. Certo, sarebbe meglio se fossero di più. Occorre però anche che la pubblica opinione, in larga misura contraria all’autonomia differenziata, eserciti una pressione adeguata sulle istituzioni affinché si muovano. Se il popolo sovrano non si fa sentire, non andiamo lontano».

A fronte di ciò, ieri a Napoli la partecipazione alla manifestazione convocata dai Comitati per il ritiro di ogni Autononia differenziata e dal Tavolo No Ad è stata numericamente non entusiasmante. Un centinaio i presenti, età media piuttosto alta, nessun ragazzo. C’erano i Cobas Scuola, la Cgil e la Uil («stiamo lavorando molto al nord per convincere i cittadini che l’autonomia differenziata non è solo un problema meridionale», ha detto il segretario campano di quest’ultima, Giovanni Sgambati ) varie associazioni, il comboniano Alex Zanotelli, i consiglieri comunali del gruppo Napoli solidale. Assenti il sindaco Manfredi e i suoi assessori, nonostante il consiglio comunale abbia approvato alcuni mesi fa una mozione contro l’autonomia differenziata. Mancava pure la Regione. Il presidente, Vincenzo De Luca, ha motivato l’assenza in questi termini: «Io sto combattendo da tre anni e vado a piazza del Plebiscito? Devono andarci quelli che hanno fatto i disertori».

La redazione consiglia:
Autonomia in aula. Fontana non si fida della maggioranza

Non è stata solo Napoli a mobilitarsi contro l’autonomia nel giorno in cui il testo è approdato alla Camera. Si sono svolti presidi convocati dai Comitati e dal Tavolo No Ad in diverse città. A Roma in piazza della Rotonda sono confluiti rappresentanti di sindacati e associazioni e esponenti dell’opposizione. «Abbiamo assistito all’ennesima provocazione di un pezzo di questa maggioranza, dopo una giornata di forzature e strappi istituzionali, per portare in aula un provvedimento che rischia di spaccare il Paese», ha detto la capogruppo del Pd, Chiara Braga. Con lei al Pantheon una delegazione dei deputati dem. Per Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, «invece di mettere in campo scelte politiche che guardano al superamento dei divari, si sta prendendo la direzione di aggravare le disuguaglianze nell’accesso ai più basilari diritti, come quello alla salute».

Nella Capitale si è svolto anche un flash mob dei 5 Stelle davanti a Palazzo Chigi, al quale ha partecipato Conte: «Giorgia Meloni sta svendendo l’unità del Paese per i voti sul premierato, per i pieni poteri. Da patriota a secessionista. La combatteremo in ogni modo», ha detto l’ex premier. Manifestazioni pure a Bologna, a Bari, a Venezia, a Catania, a Torino, a Trieste, a Catanzaro.