Quando hai un regno da governare, sebbene in maniera molto simbolica, ci sono momenti in cui devi prendere decisioni poco simpatiche, soprattutto per i tuoi discendenti. Oggi si viene a sapere che la regina Elisabetta II nel 2001 voleva mandare entrambi i nipoti a combattere in Afghanistan perché, disse, «Hanno preso il mio scellino, quindi devono fare il loro dovere». Si consultò con il generale Sir Mike Jackson, allora capo dell’esercito, e decise che inviare William, all’epoca secondo nella linea di successione al trono, era troppo rischioso per cui era meglio tenerlo a casa. Harry, essendo terzo, era più spendibile e sacrificabile. Insomma, se fosse morto o rimasto ferito lui, i danni collaterali sarebbero stati minori e affrontabili. Detto con un cuore di mamma una cosa così fa orrore, ma se ci si immedesima nel ruolo di una regina, una scelta del genere diventa realpolitik che, si sa, è cinicissima.
Chissà, dopo questo svelamento, cosa ribollirà nell’animo di Harry che già si sentiva una ruota di scorta e ne aveva scritte di tutti i colori sulla sua famiglia nel memoir Spare, uscito nell’autunno scorso. Qualcuno dovrebbe consigliare a Harry un cambio di prospettiva e non considerarsi più un tappabuchi, ma uno cui saranno risparmiate un sacco di seccature, proprio quelle che ora deve affrontare suo padre Carlo III che sarà incoronato con cerimonia ufficiale e fanfare il prossimo 6 maggio all’Abbazia di Westminster.C’è stata poi la fatica di trovare musicisti disposti a cantare al concerto per l’incoronazione. In tanti hanno detto di no, la maggior parte adducendo altri impegni, che è la scusa che molti produciamo quando non abbiamo voglia di andare in un posto.

SUA MADRE, Elisabetta, diceva che la corona è molto pesante, in senso letterale, oltre che simbolico. La St. Edward’s Crown pesa più di due chili e, infatti, Carlo per uscire di casa e sfilare sulla Gold State Coach indosserà la più leggera Imperiale State Crown (solo 910 grammi). Lui e Camilla, futura regina, saranno così bardati che, nonostante non sia estate, la carrozza è stata dotata di aria condizionata. C’è da capirli. Vedere arrivare un re tutto sudato non fa una bella impressione.
C’è stata poi la fatica di trovare musicisti disposti a cantare al concerto per l’incoronazione. In tanti hanno detto di no, la maggior parte adducendo altri impegni, che è la scusa che molti produciamo quando non abbiamo voglia di andare in un posto. I primi a declinare sono stati Adele e Ed Sheeran, seguiti a ruota da Harry Styles e le Spice Girls. Prevedibile, invece, era il no di Elton John che era molto amico di Diana e al suo funerale cantò Candle in the wind riadattata in Goodbye England’s Rose. Non gli sembrava proprio il caso di andare a festeggiare Camilla regina.

COMUNQUE la saga continua perché non si sa ancora se Harry andrà o non andrà all’incoronazione del padre e su questo si sprecano illazioni, chiacchiere, svelamenti come quello secondo cui la coppia avrebbe chiesto 11 milioni di euro per essere presente. Ve lo immaginate, un vostro figlio con cui avete un po’ litigato che, per venire a una festa, cui tenete molto, invece di farvi un regalo vi chiede dei soldi? Il cinismo della realpolitik in confronto è un pranzo di gala.
Oggi Harry è quinto nella linea di successione, avendo Willian messo al mondo tre figli, quindi è la riserva della riserva della ruota di scorta. Quando le cose stanno così, la cosa migliore è girare pagina e pensare ad altro, anche perché i sostenitori della repubblica, in Gran Bretagna, stanno aumentando e poi, diciamola tutta, l’attuale re ha aspettato 73 anni prima di prendere servizio in modo definitivo, come se l’assunzione a tempo indeterminato arrivasse quando sei già andato in pensione, rischio che molti italiani conoscono bene, e non è una bella attesa.

mariangela.mianiti@gmail.com