Dopo un primo permesso negato per le esequie del fratello, lo scorso gennaio, l’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ieri ha potuto lasciare il carcere di Curitiba, dove è recluso ormai da quasi un anno, per recarsia São Bernardo do Campo, nella città metropolitana di San Paolo, dove ieri mattina si sono svolti i funerali del nipotino Arthur, 7 anni, figlio di Sandro Luis da Silva, morto per una meningite fulminante.

Lula è arrivato nel cimitero in cui riposa anche la moglie Marisa Letícia, scomparsa nel 2017, scortato da ben 26 agenti a da due funzionari della polizia federale, il cui ingresso nella chiesa ha suscitato le proteste dei presenti. Fuori, le grida di incoraggiamento di una folla di sostenitori. Era presente anche Dilma Roussef, con diversi esponenti del Pt. Sui social network solidarietà, vicinanza e gli immancabili messaggi di odio.