Il senso del lavoro svolto da Mimmo Lucano Ascanio Celestini lo riassume con il ricordo di un episodio avvenuto qualche anno fa a Riace: «C’era una festa che avrebbe dovuto svolgersi in un locale di cui però non si trovavano le chiavi», ricorda l’attore. «Allora Mimmo chiese: “Ma è possibile che ci fermiamo davanti a una porta chiusa?». In qualche modo quella porta venne aperta e la festa cominciò: «Il lavoro di Mimmo è così – conclude Celestini, – Agire con determinazione per fare del bene alle persone».

L’attore parla nel pomeriggio in piazza Montecitorio a Roma. L’aria fredda che comincia a farsi sentire non ferma una piccola ma decisa folla chiamata dal presidente dell’associazione A buon diritto Luigi Manconi a manifestare solidarietà all’ex sindaco di Riace condannato a 13 anni e due mesi (il doppio di quanto richiesto dall’accusa) dal tribunale di Locri per presunti illeciti nella gestione dei fondi per i migranti. Sentenza resa ancora più pesante da una richiesta di risarcimento per Lucano e altri 22 imputati di 750 mila euro.

«Attenderemo le motivazioni della sentenza e i successivi gradi di giudizio, ma la vicenda presenta tutti i contorni di una punizione esemplare contro una certa idea di accoglienza delle persone migranti. E sanziona in modo durissimo “crimini” non “contro” l’umanità ma, se tali fossero, “per” l’umanità» spiegano i promotori della manifestazione. Che hanno lanciato una raccolta fondi a sostegno degli imputati (per chi volesse contribuire: A buon diritto Onlus, Banco di Sardegna. Casuale: «Per Mimmo». (Iban: IT55E0101503200000070333347). «Se in appello le cose dovessero cambiare, destineremo la somma raccolta a progetti di accoglienza in quello stesso territorio calabrese dove ha preso vita il modello Riace», assicura Manconi.

«L’abuso di solidarietà non è reato», è la parola d’ordine della manifestazione promossa oltre che da Manconi, da Eugenio Mazzarella, Riccardo Magi, Sandro Veronesi, Rete Io accolgo con Acli, Caritas, Arci, Cgil, Legambiente, Saltamuri, Cnca, Centro Astalli, AOI e numerose altre associazioni insieme a decine di esponenti della cultura, del giornalismo dello spettacolo e della politica.

Obiettivo: mettere riparo a una decisione, quella assunta dal tribunale di Locri, che ai quanti sostengono l’ex sindaco di Riace appare come un errore. «Anziché porre rimedio con una decisione mite e ragionevole (e soprattutto umana) alla pesantissima richiesta dell’accusa di una condanna a 7 anni di carcere conseguente alla feroce campagna persecutoria di una certa politica – hanno spiegato Manconi e Sandro Veronesi – il tribunale di Locri ha inflitto una pena doppia a quella richiesta».

In serata interviene anche Mimmo Lucano; «I reati che mi sono stati contestati sono molto gravi ma la realtà non è così», spiega l’ex sindaco intervenendo alla trasmissione Otto e mezzo. «Anche prima di questa sentenza non ho mai voluto creare degli alibi o contestare, ma mi sembra tutto così assurdo perché la storia vera non è così. La descrizione dei fatti che è stata fatta – prosegue Lucano – è totalmente difforme dalla realtà. Il mio livello di sofferenza è molto forte perché hanno stravolto la realtà. Viene escluso il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché così non sembra un accanimento politico verso un’idea di accoglienza, c’è stata una persecuzione non verso di me come persona, ma dell’idea che rappresento».