In un ideale «double bill» starebbero benissimo assieme: Tommaso, l’autofinzione della vita romana oggi di Abel Ferrara e famiglia, compagna e figlia, con Siberia presentato ieri in concorso alla Berlinale. E non solo perché l’alter ego del regista è in entrambi Willem Dafoe, attore sempre più essenziale, o perché la relazione di complicità tra i due è parte anch’essa della storia – nessun altro potrebbe «divenire» Ferrara allo stesso modo, senza mimesi – anzi contro di essa – ma immergendosi nella profondità della sua scrittura. Ciò che unisce i due film è soprattutto il lavoro sul tempo interiore, che è...