Festival di Locarno edizione 77 dal 7 al 17 (agosto) dopo avere sciorinato molti sette, ha illustrato il nuovo programma Giona A. Nazzaro al timone come direttore artistico, accanto a Maja Hoffmann che non solo è una delle donne più facoltose della già facoltosa Svizzera (famiglia Hoffmann La Roche), ma da anni è paladina dell’arte, come mecenate, artefice di musei, produttrice di documentari e tantissime altre iniziative che la vedono protagonista anche in quanto appassionata. Da quest’anno è subentrata al genio cortese e colto di Marco Solari che ha ricoperto quel ruolo per oltre venti anni. A lei è stato affidato il compito di disegnare il quadro futuro di una manifestazione ormai consolidata eppure in continuo movimento. E lei lo ha fatto a partire dal manifesto di questa edizione. Dice di aver preferito a soluzioni grafiche o ai disegni qualcosa di più realistico che fosse agganciato alla realtà concreta del festival. E avendo molti rapporti personali da mettere in gioco ha chiamato la sua amica Annie Leibovitz, una delle donne dietro all’obiettivo più celebri al mondo (giusto per citare un suo solo scatto famosissimo a sfondo cinematografico quello di Whoopi Goldberg immersa in una vasca da bagno colma di latte) chiedendole di curare il manifesto di Locarno 77. E il risultato è davvero singolare: sullo sfondo del lago, un leopardo si staglia su una roccia con il suo inconfondibile manto. Ecco quindi il realismo, il paesaggio ticinese e l’icona del festival. Tutto si tiene, compreso il tocco personale e indiretto di Maja Hoffmann. Tra le iniziative un omaggio a Stan Brackhage e una retrospettiva sulla Columbia

LA PAROLA passa poi a Giona A. Nazzaro cui spetta il compito di cucire insieme le tante anime e le troppe sezioni del festival. Per consuetudine è la piazza Grande a fare da biglietto da visita della manifestazione con quello schermo enorme e le migliaia di spettatori che occupano ogni pertugio della piazza per assistere alle proiezioni. Come tradizione da diversi anni al pubblico locale vengono proposti gratuitamente un paio di film nel cosiddetto prefestival. Ecco allora la sera del 4 agosto ET di Steven Spielberg e il 6 agosto Fiore mio il nuovo documentario di Paolo Cognetti. Poi si entra nel vivo, da subito, perché il film inaugurale sarà Le déluge di Gianluca Jodice, italiano, in coproduzione francese, per raccontare gli ultimi giorni di Maria Antonietta, Luigi XVI e famiglia, prima incarcerati poi giustiziati. Immagini sontuose per una storia raccontata da un punto d’osservazione altro e che acquista spessore grazie ai due interpreti Mélanie Laurent e Guillaume Canet, occasione per conferire alla coppia il premio Campari Excellence Award. Per evitare la pletora di titoli diremo solo che tra i premiati, e omaggiati, ci saranno Stacey Sher (produttrice tra l’altro di Tarantino), Irène Jacob, Shah Rukh Khan, Claude Barras, Jane Campion e Ben Burtt, forse il primo rumorista premiato in un festival. Tra i diversi titoli della piazza citiamo solo The Seeed of the Sacred Fig dell’esule iraniano Mohammad Rasoulof, in fuga dal regime, già presentato a Cannes, ma qui leggermente ritoccato.

FUORI CONCORSO Marco Tullio Giordana con La vita accanto, anche lui premiato e il documentarista di Zurigo Samir che presenta La prodigiosa trasformazione della classe operaia in stranieri. In concorso ufficiale un paio di titoli made in Italy: Luce di Silvia Luzi e Luca Bellino e Sulla terra leggeri di Sara Fgaler. Tra le iniziative più intriganti per gli appassionati un omaggio a Stan Brackhage forse il più geniale inventore di immagini cinematografiche sperimentali, che a suo tempo aveva folgorato Giona al punto di scrivergli una lettera da fan che inaspettatamente ottenne risposta. E ancora imperdibile la retrospettiva, da sempre piatto forte di Locarno, dedicata al centenario della Columbia Pictures a cura di Ehsan Khoshbakhtdal titolo «The Lady with the Torch», oltre quaranta titoli che hanno fatto la storia del cinema e che continuano a emozionare il pubblico. In cartellone anche i Pardi di domani, I cineasti del presente, Open Doors, Histoire(s) du cinéma, Locarno Kids, La semaine de la critique e il panorama svizzero. Un’abbuffata di oltre 200 titoli che renderanno arroventata l’estate cinefila ticinese.