Il suo autore non verrà a ritirare il Pardo perché il regime di Teheran gli ha ritirato il passaporto e gli impedisce di uscire dal Paese. A Locarno è invece arrivato Sina Aateian Dena il produttore di Critical Zone, il film che ha conquistato il Pardo d’oro. Anche lui regista – con Paradise (2012) aveva partecipato al concorso di Locarno – oggi vive a Berlino. Pure Ali Ahmadhazed ha provato a rifugiarsi in Germania ma la sua richiesta non è stata accettata, così è tornato in Iran dove gli hanno subito ritirato il passaporto. E ora la sua situazione potrebbe peggiorare visto che quando si è saputo del suo film al festival o hanno accusato di averlo girato e fatto circolare senza autorizzazione.

«Purtroppo la politica occidentale ha tradito la nostra rivoluzione in nome degli interessi economici. Ma non vogliamo libertà, diritti civili, ci piacerebbe che l’occidente mettesse sotto pressione la nostra classe di governo» dice Dena.

Critical Zone, girato appunto clandestinamente e senza attori professionisti si muove nella capitale iraniana di notte seguendo diverse persone in una narrazione frammentata dieci incontri. Sono momenti di esistenza quotidiana che dichiarano una sfida aperta al regime e alla sua oppressione, e la rabbia e la protesta che è parte della rivoluzione esplosa nei mesi scorsi. Alcune ragazze si truccano, altre trans si prostituiscono, il protagonista è un pusher, si fa di cocaina come tutti gli altri e la regala, intanto si occupa di anziani in un ospizio. Un cane diviene provocazione. C’è una atmosfera dura, soffocante, che al tempo stesso lascia intuire crepe, invisibili, dolorose, di grande violenza. La stessa della repressione a cui si oppone una resistenza che inventa ogni volta se stessa.