L’eterna campagna elettorale della Lega. Salvini ieri era a Cagliari, ma non da vicepremier né da ministro. Da capo, invece, di un partito che dopo le politiche e dopo le amministrative guarda ora alle elezioni europee. Ha incontrato i pastori, che si battono per un giusto prezzo del latte. E ha parlato con gli operai del Sulcis licenziati e senza cassa integrazione. Promesse per tutti. E battute sull’Europa origine di ogni male: «Se continuiamo a seguire la Ue, ci ritroviamo tutti in mutande». Il tutto in una regione, la Sardegna, che a più di un mese dalla chiusura dei seggi per l’elezione del nuovo governatore, ancora non ha una giunta. I veti incrociati tra i partiti che compongono la coalizione di centrodestra hanno sinora impedito al neoeletto presidente, il sardo-leghista Christian Solinas, di mettere insieme la lista degli assessori.

IL PRIMO INCONTRO Salvini lo ha avuto in mattinata con gli operai dell’Alcoa. Ma la cosa non è andata granché bene per il leader leghista. Perché mentre lui diceva che il governo giallo-verde farà di tutto per sbloccare la cassa integrazione in stand by, dai sindacati dei metalmeccanici sardi, in presidio davanti al ministero del lavoro a Roma, dopo un colloquio con il vice capo di gabinetto arrivava un brutto colpo per il vicepremier: «Il ministro Di Maio ha firmato il decreto che sblocca le risorse per gli ammortizzatori sociali di 60mila lavoratori nelle 18 aree di crisi complessa in Italia: quasi 800 sono in Sardegna».
Mentre Salvini prometteva, Di Maio agiva, intestandosi il merito di una decisione che i lavoratori del Sulcis aspettavano da mesi. «Ora il decreto andrà al Mef per la firma del ministro Tria, poi ci sarà un passaggio alla Corte dei conti prima che le risorse siano trasferite alle Regioni. Gli ammortizzatori sociali non arriveranno ai lavoratori prima di giugno – ha spiegato Bruno Usai, della Rsu ex Alcoa – Siamo preoccupati perché la situazione è drammatica, non soltanto per noi, ma anche per gli operai dell’altra area di crisi complessa dell’isola, Porto Torres».

DOPO GLI OPERAI, i pastori. Salvini li ha incontrati davanti alla sede della Fiera campionaria. Indossavano una maglietta bianca per evidenziare che la vertenza del prezzo del latte è senza colori, un movimento non strumentalizzabile. Salvini si è limitato ad ascoltare. I pastori se la sono presa con la Coldiretti, accusata di cavalcare la loro vertenza per depotenziarla, e poi hanno chiesto che sui denunciati per gli assalti alle cisterne del latte delle scorse settimane sia fatto un controllo più selettivo: «Ovviamente – hanno detto le magliette bianche – ci dissociamo dagli attentati. Ma c’è gente che è stata denunciata per il semplice fatto che si trovava a passare lì. Ci sono oltre duecento indagati». Salvini ha assicurato che chiederà «estrema attenzione sulle indagini». Insomma, molte parole, poca sostanza. La vertenza latte resta aperta. C’è un accordo per portare gradualmente il prezzo a un euro per litro, ma è sotto verifica. E non è detto che il meccanismo concordato funzionerà.

INTANTO LA SARDEGNA è senza governo. Forza Italia e Lega brigano per ottenere la presidenza del consiglio regionale. Lo scontro tra gli alleati di centrodestra paralizza il presidente Solinas. Al centro della contesa ci sono gli assessorati pesanti, in particolare l’urbanistica e la sanità. La Lega chiede la sanità per avere la certezza che la riforma del settore, passata con la giunta di centrosinistra prima delle elezioni regionali di febbraio, sia cancellata. Accentramento in un’unica azienda sanitaria locale, smantellamento di piccoli ospedali e di presidi sanitari territoriali, capisaldi della riforma, sono stati presentati dalla Lega, durante la recente campagna elettorale, come misure contro le fasce più povere della popolazione. Oggetto del desiderio è però anche l’assessorato all’urbanistica. Il centrodestra compatto dichiara di volere ridurre drasticamente i vincoli e le tutele posti sulle coste dal piano paesaggistico regionale approvato dalla giunta di Renato Soru nel 2006. Forza Italia è la più determinata a chiedere l’urbanistica. In perfetta coerenza con la storica vocazione immobiliare del suo leader nazionale.