Ricomincia a piovere. Gocce pesanti cadono sul fango, dritte, piene. Una donna emette un gemito di dolore, «non ancora», e si porta le mani agli occhi. L’enorme distesa sabbiosa sembra respirare di nuovo, pronta a riguadagnare terreno: il vento la spinge verso le case, gli scantinati, e i piani bassi colmi ancora della stessa poltiglia dalla notte dell’alluvione. L’acqua riprende vigore, e si corre al riparo lasciando i secchi, le pale, e le carriole in giro: si rimane a guardare inermi la pioggia scagliarsi al suolo. «L’acqua è arrivata da dietro, come un’onda», ma il fiume si era già riempito...