Alla fine nessuno paga. La zona di Capo Teulada, sulla costa sud della Sardegna, da decenni è devastata da proiettili di ogni tipo sparati durante le esercitazioni militari in uno dei poligoni più grandi in Sardegna. Il livello di inquinamento da sostanze tossiche è altissimo e cinque generali, che si sono succeduti negli anni al comando del poligono, ai primi di giugno sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di disastro ambientale colposo. Ma sono stati giudicati innocenti.

Ieri la seconda sezione penale del tribunale di Cagliari ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dall’Avvocatura generale dello Stato e ha dichiarato assolti Danilo Errico, Domenico Rossi, Sandro Santroni e Giuseppe Valotto. Claudio Graziano, ex capo di stato maggiore e già presidente di Fincantieri, anche lui coinvolto nel processo, è stato invece prosciolto perché il 17 giugno scorso è morto suicida. Già in fase di udienza preliminare il pm Emanuele Secci aveva chiesto l’archiviazione per tutti gli imputati per mancanza di elementi sufficienti a sostenere l’accusa, ma il giudice Giuseppe Pintori aveva comunque disposto il rinvio a giudizio.

Il tribunale ha accolto ieri la richiesta dell’Avvocatura generale dello Stato in linea con la precedente richiesta del pm e ha mandato assolti tutti gli imputati senza nemmeno avviare il dibattimento. Nel corso delle indagini, cominciate circa otto anni fa, la Procura della Repubblica aveva accertato lo stato di devastazione della Penisola Delta, un’area di tre chilometri quadrati all’interno del poligono di Teulada dove, dal 2008 al 2016, sono stati sparati 860mila colpi di addestramento e 11.875 missili, pari a 556 tonnellate di materiale bellico.

Nel processo avevano chiesto di costituirsi parte civile il comune di Teulada, il collettivo pacifista e antimilitarista A Foras, il Wwf Sardegna e gli ambientalisti del Gruppo d’intervento giuridico. Per tutti la delusione è grande. «Quello che è successo è scandaloso – dice Pierluigi Caria portavoce di A Foras -. I giudici dicono che il poligono di Teulada è fortemente inquinato e nello steso tempo decidono che nessuno è responsabile di questo stato di cose. Si poteva almeno arrivare al dibattimento.

Sarebbe stata un’occasione per evidenziare pubblicamente e far conoscere all’opinione pubblica sia i livelli di inquinamento del poligono di Teulada sia le singole condotte e le singole responsabilità. La decisione del tribunale ha reso impossibile tutto ciò. Ovviamente non ci fermeremo. Presto metteremo in atto azioni di mobilitazione. Quella che emerge dal caso Teulada non è solo una questione giudiziaria. Su quanto è accaduto e continua ad accadere in questo lembo di Sardegna c’è una precisa responsabilità politica che è dello Stato e dei governi che si sono succeduti negli anni».

Per fare chiarezza su come stanno davvero le cose a Teulada, la deputata di Avs Francesca Ghirra ha chiesto un’informativa urgente al ministro della Difesa Crosetto: «Anche se i generali sono stati assolti, il disastro ambientale è stato riconosciuto dalle indagini. La penisola Delta è tra i casi più eclatanti di inquinamento legato alla presenza di servitù militari in Sardegna. Nel piccolo agglomerato di Foxi, a pochi chilometri dalla Delta, l’incidenza di leucemia e di altri tumori è molto più alta che nei territori vicini. Ma oltre la salute c’è l’ambiente. A Teulada si spara e si inquina nonostante all’interno del poligono ci siano due importanti siti ambientali di interesse comunitario: l’Isola rossa, che ospita specie rare di uccelli marini, e Porto Pino con le sue alte dune di sabbia costiera».

I militanti di A Foras: «Non sono mai state effettuate ricerche epidemiologiche serie che mettano in luce la reale situazione non solo a Teulada ma in tutti i poligoni militari sardi. La tossicità dei materiali inquinanti e la loro diffusione, che tocca anche le falde acquifere, è alla base di patologie molto gravi che colpiscono animali, piante ed esseri umani: tumori ma anche malformazioni neonatali e intossicazioni da agenti specifici. E ora che si ponga fine a questa devastazione».