L’impiccione/25. Errore galattico, attacca l’ex ambasciatrice mentre testimonia
11º GIORNO DAL VOTO DELLA CAMERA SULLA RICHIESTA DI IMPEACHMENT Una giornata intensa. Prima la deposizione pubblica di Marie Yovanovitch, uscita dall’aula tra gli applausi della gente, poi quella a […]
11º GIORNO DAL VOTO DELLA CAMERA SULLA RICHIESTA DI IMPEACHMENT Una giornata intensa. Prima la deposizione pubblica di Marie Yovanovitch, uscita dall’aula tra gli applausi della gente, poi quella a […]
11º GIORNO DAL VOTO DELLA CAMERA SULLA RICHIESTA DI IMPEACHMENT
Una giornata intensa.
Prima la deposizione pubblica di Marie Yovanovitch, uscita dall’aula tra gli applausi della gente, poi quella a porte chiuse di un membro dello staff diplomatico Usa, David Holmes.
Holmes era presente alla telefonata del 26 luglio tra l’ambasciatore Usa in Eu Gordon Sondland e Trump, in cui The Donald chiedeva notizie sulle indagini che l’Ucraina aveva promesso di far partire sui Biden.
La sua testimonianza fa cadere la linea di difesa repubblicana secondo cui tutti i testimoni hanno notizie per sentito dire.
Holmes, invece, è un testimone diretto.
DUE TESTIMONIANZE E (FORSE) UNA NUOVA ACCUSA
L’architettura della giornata di venerdi non poteva essere migliore, per i democratici che hanno potuto coniugare una parte pubblica emozionale intensa, una notizia bomba e forse un nuovo capo d’accusa contro Trump.
Marie Yovanovitch è stata l’ambasciatrice americana in Ucraina fino a maggio, quando è stata rimossa da Trump dopo una campagna diffamatoria orchestrata dal Rudy Giuliani, avvocato personale del presidente. In una telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Trump aveva descritto Yovanovitch come una “brutta notizia”, aggiungendo: “Sta per affrontare alcune cose”.
Yovanovitch ha raccontato della sua sorpresa nel trovarsi impossibilitata a svolgere le proprie funzioni di ambasciatrice, del caos che regnava nella diplomazia Usa in Ucraina: “Quegli ucraini che avevano preferito giocare secondo le vecchie regole corrotte, hanno lavorato per farmi allontanare – ha detto l’ex ambasciatrice – Ciò che continua a stupirmi è che abbiano trovato gli americani disposti a collaborare con loro”.
TWITTER ENTRA IN AULA
Yovanovitch ha descritto la sua reazione riguardo alla telefonata in cui Trump la definisce “una brutta notizia”.
“Ero scioccata,sconvolta, devastata dal fatto che il presidente degli Stati uniti avesse parlato in quel modo di qualsiasi suo ambasciatore con un capo di stato straniero. Ed ero io. Sembrava una minaccia”.
Mentre Yovanovitch testimoniava il suo essersi sentita attaccata e minacciata da Trump, The Donald ha iniziato ad attaccarla su Twitter, screditando il suo operato come diplomatico.
A questo punto il capo della Commissione di Intelligence Adam Schiff, le ha mostrato i tweet di Trump, in tempo reale, chiedendole come la facessero sentire.
“È molto intimidatorio”, ha detto. Yovanovitch.
Schiff, guardando dritto in camera, ha risposto: “Voglio che sappia che alcuni di noi qui prendono seriamente le intimidazioni ai testimoni”. Facendo presagire un nuovo capo di accusa contro Trump.
I tweet mostrati a Yovanovitch in tempo reale sono stati un momento notevole di rottura della quarta parete, dove la realtà nel suo svolgersi ha fatto irruzione nell’aula, in un meta-confronto tra social e sociale. Anche i più accaniti sostenitori di Trump hanno definito questa sua mossa un errore galattico.
Chris Wallace, giornalista dell’emittente televisiva trumpiana Fox News, ha commentato: “Se oggi non siete commossi dalla testimonianza di Marie Yovanovitch, non avete cuore … Il momento davvero drammatico è che non era solo una testimonianza riguardo il passato. Si è svolta in diretta, con il presidente che l’ha attaccata ”
LA TESTIMONIANZA DI HOLMES
David Holmes fa parte dello staff di Bill Taylor, era al ristorante con Sondland ed ha sentito una telefonata fra l’ambasciatore eTerump. Trump parlava a voce talmente alta da poter essere ascoltato. Durante la telefonata si è parlato senza mezzi termini delle indagini che gli ucraini dovevano far partire per screditare Biden.
Dopo la telefonata, Holmes ha chiesto spiegazioni a Sondland il quale ha risposto che a Trump importava molto più dell’indagine sui Biden che dell’Ucraina.
Con questa deposizione avvenuta a porte chiuse i riflettori si spostano bruscamente su Sondland, che mercoledi verrà sentito pubblicamente.
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