Torniamo indietro di poco più di un mese, a quando le autorità di Ungheria e Polonia hanno posto il veto sulle conclusioni del Consiglio Ue Giustizia e Affari Interni riguardanti le misure concepite dalla Commissione per garantire i diritti dell’infanzia. Più chiaramente, parliamo del no dei ministri della Giustizia ungherese e polacco alla presenza di attivisti Lgbtq nelle scuole. Un muro eretto a fronte della strategia della Commissione atta, tra le altre cose, a scoraggiare il fenomeno del bullismo online nei confronti dei giovani Lgbtq e agevolare la situazione delle famiglie “arcobaleno”. Nulla di più diseducativo per la ministra ungherese...