La nascita di una comunità energetica rinnovabile qui a Gagliano Aterno (Aq) è figlia dalla volontà della comunità di fare qualcosa di straordinario, in un’ottica di autodeterminazione, per cui questo rappresenta l’esperimento perfetto» racconta Raffaele Spadano. Questo giovane antropologo, oggi trentenne, è arrivato nella primavera del 2021 nel paese della Valle Subequana, gravemente colpito dal terremoto del 2009 e oggi in fase di ricostruzione. Insieme all’associazione Montagne in Movimento ha affiancato il sindaco eletto proprio l’anno prima, Luca Santilli, non ancora quarantenne, il cui obiettivo era «avviare un processo generale di ri-attivazione, ricostruire una coscienza di luogo, la consapevolezza nei cittadini rispetto alle azioni attraverso processi governati dagli abitanti» come racconta. Un’idea in linea con la definizione che ne dà ènostra, la prima cooperativa energetica in Italia che produce e fornisce ai soci energia sostenibile, etica, 100% rinnovabile: «La comunità energetica è un progetto di attivazione territoriale che persegue finalità di natura socio-economica e ambientale come la tutela ambientale, la lotta alla povertà, la rivitalizzazione del tessuto sociale e la promozione di cittadinanza attiva».

È PROPRIO CIÒ CHE ACCADE A 360 GRADI a Gagliano Aterno, che negli ultimi cent’anni è passata da oltre duemila ad appena 250 abitanti, ma sta cercando di disinnescare gli effetti più negativi dei problemi delle aree interne, come la desertificazione degli esercizi commerciali e la distanza dai servizi essenziali, qui acuiti dalla distruzione collegata al sisma dell’Aquila.

LA COMUNITÀ È VIVA ED È GRAZIE a questo se esiste anche la comunità energetica rinnovabile (Cer), cioè un gruppo di cittadini che ha scelto di partecipare alla rivoluzione dell’autoproduzione e dell’autoconsumo dell’energia elettrica. Lo dice anche la scansione temporale degli eventi: gli incontri partecipativi sono partiti nel 2021, quasi in anticipo sui tempi, mentre l’Italia recepiva il decreto legislativo 199/2021, di Attuazione della direttiva (Ue) 2018/2001 «sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili», e i due impianti fotovoltaici oggi attivi sono stati inaugurati solo nel 2023, mentre faticosamente il Ministero dell’Ambiente definiva i contorni del «Decreto Cer», per stimolare l’autoconsumo diffuso in Italia.

LA COMUNITÀ DI GAGLIANO HA SCELTO la Cer come pratica, in mezzo a tante altre che oggi può riconoscere chi arriva in paese. L’ex asilo, l’immobile pubblico che ospita uno dei due impianti, a pochi metri del centro storico medievale del paese, rappresenta l’epicentro della piccola rivoluzione che sta facendo del paese abruzzese un laboratorio a cui guarda con interesse tutto l’Appennino. Una sala ospita le assemblee pubbliche, che nella bella stagione si svolgono nel cortile all’aperto; c’è poi la sede delle associazioni e quella della web-radio di comunità, Antiche Rue. Al piano terra dell’edificio c’è il circolo ArciGallo, che è il bar dove gli abitanti si incontrano, bevono un caffè e parlano del proprio quotidiano, ma all’occorrenza diventa anche spazio co-working per chi arriva da fuori. Il secondo impianto, invece, è a pochi minuti dal paese, uscendo verso la campagna, sul tetto «di un vecchio lavatoio pubblico di inizio Novecento, una struttura fatiscente che così abbiamo potuto anche recuperare ed è diventata anche un luogo d’incontro» sottolinea Luca Santilli. «Gli interventi sono commisurati alle nostre disponibilità, perché la maggior parte dei tetti e delle superfici utili sono dentro un centro storico vincolato» aggiunge. I due impianti sono visitabili in occasione del Green Energy Day del 20 aprile.

L’INVESTIMENTO COMPLESSIVO per l’efficientamento energetico, che comprende anche la nuova illuminazione pubblica a led, è stato pari a circa 200 mila euro. La potenza fotovoltaica installata a Gagliano è pari a 50kW. Il fabbisogno per rendere autosufficiente la comunità è invece pari a 400kW. Al momento, le unità «allacciate» alla Cer rappresentano 15 Pod, l’acronimo di point of delivery, ovvero il punto fisico di fornitura identificato da un codice. «Alle assemblee ha preso parte tutto il paese, anche se oggi è possibile fornire energia alla metà dei cittadini» spiega Santilli, che è anche presidente dell’associazione che gestisce la Cer. «Per quanto riguarda l’associazione, le stime sui 400 kW prevedono un utile intorno ai 50 mila euro l’anno, provenienti dalla rivendita e dagli incentivi all’autoconsumo riconosciuti alla comunità. Considerando che i nuclei complessivamente sarebbero circa 90, oltre agli immobili pubblici, si tratta di un possibile beneficio economico significativo per ogni famiglia, anche se toccherà all’assemblea decidere come impiegare gli utili. Lo statuto prevede la possibilità di re-investire la somma per esigenze e interventi di interesse generale, per il bene comune, oppure di re-distribuire il valore. Le due opzioni possono anche coesistere: si potrebbe, teoricamente, destinare il 30% a investimenti per la collettività e distribuire il resto tra i soci» racconta Raffaele Spadano.

L’ESPERIENZA È PARTITA «nell’interregno tra legge (2021) e decreti attuativi (2023)», definizione di Spadano, e questo ha creato vantaggi – la possibilità di assorbire l’elemento di novità culturale – ma anche ritardi, dal momento in cui non erano definite in modo chiaro le regole: la Cer di Gagliano Aterno rientra all’interno della direttiva transitoria e sconta la difficoltà di far dialogare Gse (il Gestore dei servizi energetici) ed e-distribuzione, la società del gruppo Enel che gestisce il sistema elettrico. Ritardi che non hanno fiaccato la comunità in un percorso reso possibile grazie alle tante «competenze esterne coinvolte nel percorso di ri-attivazione di Gagliano, tra cui anche esperti di comunità energetiche: senza aiuti esterni, una comunità da sola non va da nessuna parte» sottolinea Spadano.

DAL 2022, A GAGLIANO ATERNO il richiamo di nuove competenze è legato al «Progetto NEO – Nuove Esperienze Ospitali», una scuola immersiva di attivazione di comunità e transizione ecologica che ha visto arrivare giovani da tutta Italia, che hanno scelto di passare sei mesi in paese. Il bando per l’edizione 2024 è aperto e quest’anno il progetto si allarga a tutti i comuni della Valle Subequana. Le persone selezionate saranno ospitate gratuitamente e per sei mesi saranno affiancate da professionisti, aziende, ricercatori universitari, amministrazioni e residenti locali. Il tema: «Abitare come sfida e opportunità per le aree periferiche e ultraperiferiche». E attivare comunità energetiche è senz’altro una sfida e un’opportunità. Per info: neovallesubequana@gmail.com o montagneinmovimento.it/progetto-neo-valle-subequana.