Mille al giorno, diecimila, centomila, un milione di messaggi. Tutti uguali: “Ciao, sono diventata tua amica su questo social”. Firmato: Azara, Nahid, Soraya. E’ proprio così che il paese degli ayatollah scopre una nuova – e per tanti versi inedita – forma di censura digitale. Censura on line che certo in Iran va avanti da anni. Da decenni. Censura digitale di qualsiasi dissenso, a cominciare da quello delle donne. Come sempre. Vecchia storia, si dirà allora, magari arricchita recentemente dalle denunce sull’indifferenza, sul silenzio delle Big Tech che è diventato complicità col governo di Tehran. Ma non sarebbe tutto. Perché...