Nell’estate che potrebbe riportare il Labour Party britannico nell’alveo della propria storia dopo tanto galleggiare in un dopostoria indeterminato quanto certo della propria irrevocabilità, Jeremy Corbyn continua a parlare davanti a traboccanti platee la cui età anagrafica è, nient’affatto sorprendentemente, bassa. Un confortante segnale da parte di una categoria che si temeva ormai quasi strutturalmente aliena da una politica non soltanto limitata ad amministrare cinicamente l’esistente. Nel frattempo, dentro e fuori il partito, il dibattito prosegue ancora all’interno dei canoni della decenza, anche se la tensione è palpabile. Una poderosa macchina è alacremente al lavoro per sigillare nello spettro di...