Il Congresso della Virginia ha dato l’approvazione finale per abolire la pena capitale, una svolta epocale per lo Stato che ha giustiziato più persone di qualsiasi altro negli Stati uniti.

La legge ora passa al governatore democratico Ralph Northam, che si è sempre dichiarato contrario alle pene capitali e che farà della Virginia il 23° Stato Usa a cancellare le esecuzioni e il primo del sud.

La maggioranza democratica della Virginia ha spinto all’abrogazione, sostenendo che la pena di morte è arcaica e applicata in modo sproporzionato alle persone di colore, ai malati di mente e agli indigenti.

I repubblicani hanno espresso preoccupazione per la giustizia, per le vittime e i loro familiari, e hanno affermato che ci sono alcuni crimini così atroci per cui gli autori meritano di essere giustiziati, opinione non condivisa dalla maggioranza dei cittadini dello Stato.

All’inizio di febbraio la Camera e il Senato statali avevano approvato due progetti di legge di abrogazione separati e ieri il Senato ha approvato il disegno di legge della Camera, portandolo a Northam con un voto di 22-16. La senatrice repubblicana Jill Vogel si è unita ai democratici e ha votato per il passaggio.

Nel braccio della morte della Virginia restano due uomini, Anthony Juniper, condannato a morte nel 2004 per gli omicidi della sua ex ragazza, due dei suoi figli e suo fratello, e Thomas Porter, condannato nel 2005 per l’omicidio di un agente di polizia. Le loro sentenze verranno convertite in ergastolo senza condizionale.

Nella sua storia la Virginia ha usato la pena di morte uccidendo quasi 1.400 persone, secondo il Death Penalty Information Center. Da quando la Corte suprema degli Stati uniti ha ripristinato la pena di morte nel 1976, la Virginia, con 113 esecuzioni, è seconda solo al Texas.

Dopo l’approvazione Northam e i leader democratici hanno rilasciato una dichiarazione congiunta definendo la pena di morte «iniqua, inefficace e disumana» e parte del passato.