La versione di Macron dopo l’arresto di Durov: azione non politica, ma dei magistrati
Francia L'inquilino dell'Eliseo risponde agli attacchi
Francia L'inquilino dell'Eliseo risponde agli attacchi
A tre giorni dall’arresto a Parigi da parte delle autorità francesi del fondatore di Telegram Pavel Durov, è il presidente francese Emmanuel Macron a far sentire direttamente la sua voce. Definisce «non politica» la decisione di arrestare il ceo dell’app di messaggistica utilizzata quotidianamente da quasi un milione di utenti in tutto il mondo.
L’arresto di Pavel Durov, cittadino russo ma anche francese, è avvenuto sul suolo francese, precisa l’inquilino dell’Eliseo, «nell’ambito di un’indagine giudiziaria in corso». Dunque solo alla magistratura, nella loro indipendenza, spetta pronunciarsi sul tema che ha acceso polemiche feroci. Nel pomeriggio di ieri la polizia transalpina ha reso noto che Durov, ancora in stato di fermo, è indagato per mancata collaborazione riguardo a diversi crimini commessi sulla piattaforma Telegram. Dalla Procura di Parigi si apprende anche che l’indagine a carico del fondatore di Telegram è stata aperta all’inizio di luglio. A Durov, che è stato interrogato dagli inquirenti, sono contestati un totale di 12 reati di cui deve rispondere come gestore della piattaforma online. Tra questi la complicità in un’operazione illecita da parte delle criminalità organizzata e la diffusione di immagini di carattere pedo-pornografico.
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I segreti di Durov. Parigi prova a violare la fortezza TelegramSolo poche ora prima delle specificazioni fornite della Procura di Parigi, il portavoce del presidente russo Putin Dmitrij Peskov aveva dichiarato di non avere informazioni precise sulle accuse mosse a Durov e di non poter dunque rilasciare dichiarazioni ufficiali. Ci ha pensato invece Alexei Pushkov, senatore e membro del partito putiniano Russia unita, che attraverso un post proprio su Telegram ha definito la Francia una «dittatura liberale» incapace di tollerare «gli individui che cercano la libertà».
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La frontiera politica dello smartphonePer Parigi, come per tutti gli altri paesi del mondo occidentale, il problema è equilibrare l’esigenza di sicurezza con la tutela delle libertà personali. Non a caso, nella sua dichiarazione sul caso Telegram, il presidente Macron ha voluto ribadire l’impegno del suo paese per la libertà di espressione così come per quella di innovazione e impresa. “In un paese governato dallo Stato di diritto, le libertà sono sostenute all’interno di un quadro legale, sia sui social media che nella vita reale, per proteggere i cittadini e rispettare i loro diritti fondamentali”, ha chiarito il leader di Reinassence.
Quanto al rispetto della regole, è Telegram stesso a rispondere con un post sul social X, affermando di attenersi alle leggi Ue come il Digital service act (Dsa) e gli standard previsti sulla moderazione dei contenuti. Ma il tema del bilanciamento tra spinte oppose si pone comunque. In un editoriale il quotidiano francese Le Monde parla del caso Durov come «un importante banco di prova giuridico e politico per l’Unione Europea», costretta a «rafforzare la vigilanza nel rispetto dello Stato di diritto».
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