«L’unica TeleMeloni che esiste è questa, tutto il resto sono fake news di una sinistra che essendo abituata ad occupare la televisione pensa che gli altri siano come lei»: così la presidente del consiglio torna sui social e riprende il suo diario di bordo da Palazzo Chigi, a metà tra le comunicazioni istituzionali e il confessionale del Grande fratello. Il format, in realtà, è pensato esattamente come un lungo monologo (oltre 22 minuti) tutt’altro che interattivo: non prevede domande e consente a Giorgia Meloni di raccontare la sua versione della realtà. Lo strumento, ovviamente, raggiunge i follower ma serve anche a rimbalzare sui media tradizionali: anche così la narrazione unilaterale della destra detta la linea. Peraltro, accusano dal Pd, «i tg considerano ai fini della par condicio un video di propaganda della candidata Meloni come se fosse un intervento istituzionale della presidente del consiglio». Dal comitato di redazione di RaiNews24 dicono che su TeleMeloni c’è poco da ridere: «Non è una novità – affermano – Esiste da tempo a RaiNews24 grazie alla direzione di Paolo Petrecca». Cioè il direttore che ha mandato in onda in versione integrale il video-blog della premier.

SI È APPUNTO in piena campagna elettorale, dunque Meloni prende le mosse dal decreto-sanatoria sulla casa approvato due giorni fa dal consiglio dei ministri, che «permetterà di dare risposte a una serie di esigenze abitative e anche di dare un po’ di respiro al mercato immobiliare». «Non parliamo ovviamente di abusi edilizi che nessuno di noi intende sanare – mette le mani avanti – Sono piccole irregolarità, per lo più formali e burocratiche». E se non ci sono soldi da spendere, la colpa è del «fardello del Superbonus e degli altri bonus edilizi introdotti dal governo Conte II – spiega – Gli implacabili report di Istat, Bankitalia, Upb, Fmi, confermano che questa misura ha avuto un costo altissimo e un beneficio minimo. Il costo di tutti i bonus edilizi è pari a 220 miliardi euro, più dell’importo dell’intero Pnrr». Poi fornisce la sua versione del dietrofront sul redditometro (spoiler: anche in questo caso è colpa di chi c’era prima): «Nel 2015 il governo Renzi ha normato il meccanismo in modo vessatorio per il contribuente – è la ricostruzione di TeleMeloni – Nel 2018 il governo Conte I ha deciso di abolire quel redditometro dichiarando che avrebbe emanato un nuovo decreto ministeriale, più attento ai diritti del contribuente. Solo che questo decreto non è mai arrivato» e allora il Mef ha emanato un «decreto per fissare dei paletti» che è stato «sospeso e in accordo col viceministro Maurizio Leo». Ancora, la premier rilancia il tema della procedura di infrazione europea sull’assegno unico, che evidentemente ha scelto come caso emblematico della Commissione Ue che vorrebbe: quel poco di welfare che resta non vada a migranti e stranieri.

PROSEGUE il duello a distanza con Elly Schlein. «Ha detto che in questo anno e mezzo io starei cancellando la libertà delle persone – dice la premier – Accuse singolari da chi ha varato provvedimenti per chiudere dentro casa la gente durante la pandemia, provvedimenti sui quali invece noi votammo contro. La conclusione ricorda i fasti dell’era berlusconiana: «La libertà in Italia è sempre stata limitata solo dalla sinistra». A questo punto si inserisce Giuseppe Conte, che ci tiene a rivendicare il suo ruolo durante il lockdown e rilanciare la sfida del dibattito tv: «Giorgia pur di sfuggire al confronto con me ora te la prendi con la Schlein per le chiusure in pandemia – rivendica il leader M5S – Scusa ma Schlein che c’entra? Non ha avuto nessun ruolo. Se vuoi confrontarti su questo ritroviamoci da Mentana o dove vuoi tu che ti spiego tutto».

LA REPLICA di Schlein invece arriva da Napoli, dove la segretaria del Pd partecipa alla manifestazione della Cgil contro l’autonomia differenziata: «Una sedicente patriota spacca in due il paese per il cinico baratto con la Lega sul premierato – afferma – Chi limita la libertà dei cittadini è chi, come il governo, con scelte dissennate taglia la sanità e tiene i salari bassi».