Al dodicesimo giorno di protesta – che in Ecuador (e non solo) chiamano paro nacional – tutto sembra crescere di intensità: la partecipazione, la repressione, la rabbia, i morti. Sentendosi con le spalle al muro, il presidente Lasso continua a invocare il dialogo, ma intanto fa ricorso alla violenza, allontanando così la potente Confederazione delle nazionalità indigene (Conaie) dal tavolo dei negoziati. Tanto più che, dopo un anno di infruttuosi colloqui con il governo, i popoli indigeni non vogliono più sentire parole: esigono fatti. È di tutto questo che abbiamo parlato con l’artista, antropologa culturale e attivista per i diritti...