La 26enne del New Jersey Cassidy Hutchinson nel giro di 24 ore è diventata un personaggio pubblico, e una delle testimoni più utili per la commissione della Camera che indaga sull’attacco al Campidoglio.
Hutchinson era entrata nell’ufficio legislativo della Casa bianca nel 2018, e nel 2020 il capo di gabinetto di Trump Mike Meadows l’aveva scelta come prima assistente, col pieno accesso a tutte le riunioni più delicate, un ufficio nella West Wing poco lontano dallo Studio ovale e a fianco a quello del vicepresidente Mike Pence.

E QUESTO NON ERA il suo primo incarico: nel 2019, anno della sua laurea alla Christopher Newport University, Hutchinson era già stata una stagista del deputato repubblicano Steve Scalise e assistente del senatore del Texas Ted Cruz. Una carriera verticale da repubblicana di ferro, senza tentennamenti politici di alcun tipo, come d’altronde la vicepresidente della commissione della Camera che ha condotto l’udienza, Liz Cheney. Hutchinson aveva già parlato più volte a porte chiuse con gli investigatori della Commissione rendendo oltre 20 ore di testimonianza su ciò che aveva visto allo Studio ovale, in assenza delle dichiarazioni di Meadows che si è invece rifiutato di comparire di fronte alla Commissione. Ed è proprio a seguito del rifiuto del suo ex capo che Hutchinson è diventata la chiave per comprendere la portata degli eventi di quel giorno.

PER IL RUOLO che ricopriva, Hutchinson volava con Trump sull’Air Force One, era presente nel backstage dei suoi comizi a fianco dei membri della famiglia presidenziale, ha vissuto in prima persona gli ultimi mesi convulsi della presidenza del tycoon, sempre ascoltando e prendendo appunti.

Sarah Matthews, ex vice addetta stampa della Casa bianca di Trump, ha scritto su Twitter che «chiunque sminuisca il ruolo di Cassidy Hutchinson e il suo accesso all’interno della West Wing, o non capisce come funziona la Casa bianca di Trump, o cerca di screditarla perché ha paura di quanto sia dannosa questa testimonianza». Il riferimento è direttamente all’ex presidente e alla sua corte di sostenitori ultra destrorsi che, mentre l’udienza veniva trasmessa da tutti i network televisivi, si sfogavano su Truth Social, scagliandosi contro Hutchinson e sparando a zero su di lei.
«È una bugiarda e una truffatrice, rimesta nella merda. So a malapena chi sia», ha scritto Trump negando di avere mai assalito il capo degli agenti segreti addetti alla sua sicurezza, nonostante Hutchinson abbia fornito i nomi dei consiglieri che erano a bordo e anche quello dell’agente che era al volante. «Il suo linguaggio del corpo è quello di una vera bull… artist», ha scritto Trump, giocando sul doppio senso fra toro, bull, e bull artist, persona che abitualmente esagera, non nascondendo la sua predilezione per la volgarità, e questo ha scatenato tutta una serie di commenti misogini e violenti contro la donna, dipinta come un’arrampicatrice corrotta e irrilevante in cerca di visibilità.

IL BLOG PRO-TRUMP Gateway Pundit ha definito Hutchinson «un’altra truffatrice che usa lo show per fare un provino per un posto alla Cnn o Msnbc». Il giornalista di destra John Cardillo l’ha definita «una miracolata receptionist e portatrice di caffè nell’ufficio di Meadows, che trasmetteva noiosi pettegolezzi d’ufficio, ma comportandosi come se avesse più accesso e input di quanto non abbia mai avuto».

Molti altri, però, la paragonano a John Dean, il consigliere di Richard Nixon che accusò l’allora presidente di essere coinvolto nello spionaggio politico contro il partito democratico, aprendo lo scandalo Watergate che costrinse Nixon alle dimissioni.