La Nupes si spacca sulla condanna di Hamas
L’alleanza dei partiti di sinistra, la Nupes, nata per le legislative del 2022, sta esplodendo a causa del conflitto in Medioriente. Jean-Luc Mélenchon e il gruppo dei suoi fedelissimi non riescono a dire che Hamas è un gruppo terrorista. Ieri sera il segretario del Ps Olivier Faure ha chiesto una «moratoria» nei lavori comuni con la France Insoumise in Parlamento «per ottenere una chiarifica», ma l’ala più critica dell’alleanza preme per una rottura più profonda. Il sindaco di Rouen, Nicolas Mayer-Rossignol vuole una «sospensione immediata» della partecipazione dei socialisti alla Nupes, per la presidente della regione Occitanie, Carole Delga c’è un «fallimento morale» di Mélenchon, che non può più rappresentare la sinistra.
PER LA SINDACA di Parigi, Anne Hidalgo, la posizione della France Insoumise è «insostenibile». Anche all’interno del partito della sinistra radicale ci sono forti divergenze. François Ruffin, che si pone come un’alternativa alla leadership di Mélenchon, dopo l’attacco terrorista di Hamas del 7 ottobre ha affermato: «Non siamo stati all’altezza» della situazione.
Con lui sono schierate altre personalità di primo piano del partito, come Clementine Autain, tutti già esclusi dalle istanze dirigenti prima dell’estate. Il Pcf, che da tempo si sente allo stretto nella Nupes, propone «un nuovo tipo di unione» a sinistra, a causa «dell’impasse» in cui si trova l’alleanza. Génération Ecologie ha già sospeso da giorni la partecipazione ai lavori della Nupes. Ancora ieri, la deputata Danielle Obono ha affermato su Sud Radio che Hamas «è un gruppo politico islamista che ha un braccio armato e che resiste a Israele».
La redazione consiglia:
Sarai Shavit, la forza nella fragilità delle parole di pacePoi, ha aggiunto: «È un fatto», che non rappresenta «né una scusa né un appoggio né una cauzione per i crimini di guerra abietti contro i civili israeliani». Marine Tondellier, segretaria degli Ecologisti (nuovo nome di Europa Ecologia-Verdi) ha reagito immediatamente: «Adesso basta, quello che è successo il 7 ottobre in Israele non ha niente a che vedere con la resistenza». Il ministro degli Interni, Gérald Darmanin, ha sporto denuncia contro Obono, qualificando il suo commento come «apologia di terrorismo». E per questo la deputata potrebbe perdere l’immunità parlamentare.
PER LA PRIMA MINISTRA, Elisabeth Borne, «le voci della France Insoumise mancano alla condanna unanime della barbarie terrorista, mancano all’unità nazionale, avete tentato di giustificare le vostre ambiguità, per me vi escludete dal campo repubblicano». Mélenchon accusa Faure: «Spacca la Nupes».
L’ex candidato alle presidenziali ricorda la sua posizione, evitando di affrontare la questione della definizione di Hamas come terrorista: «Cessate il fuoco, liberazione degli ostaggi, corridoi umanitari, fine del blocco di Gaza, condanna di tutti i crimini di guerra e giudizio dei criminali alla Cpi (corte penale internazionale), soluzione politica Onu con due stati viabili e frontiere sicure, Francia non allineata». Per la capo-gruppo della France Insoumise all’Assemblée nationale, Mathilde Panot, il Ps utilizza la definizione di Hamas come «un pretesto».
L’alleanza ha permesso di formare un gruppo potente all’Assemblée nationale, con 150 deputati, ma la Nupes è dominata dalla France Insoumise (75 parlamentari), che ha scelto il conflitto sistematico contro il governo e la maggioranza relativa. Mentre le altre componenti della Nupes – Ps, Pcf, Ecologisti, Génération Ecologie – sono partiti che nel passato sono stati al governo e che considerano che un’opposizione continua marginalizzi la sinistra e la allontani anche dagli elettori, che chiedono di essere più costruttivi. a. m. m.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento