“Sono io il capitano”, urla Seydou, giovane protagonista del film Io capitano di Matteo Garrone, al termine del viaggio. Il finale irrompe prima dell’arresto. Ma tra il film e la sorte di una donna iraniana prigioniera nelle carceri italiane, più banale del male è il paragone stesso. Non è la famigerata prigione di Evin. Non è il carcere noto per la sistematica violazione di diritti umani a danno degli oppositori del regime di Teheran. Ma a Maysoon Majidi varcare la soglia della casa circondariale “Rosetta Sisca” di Castrovillari avrà fatto lo stesso effetto. Lei, attrice, drammaturga e regista, per il...