«Dite a mio padre che ho avuto coraggio fino all’ultimo e non rimpiango nulla». Sono le parole affidate a una compagna da Vittoria Nenni, matricola tatuata sul braccio numero 31635, morta ad Auschwitz. La figlia del leader socialista fu deportata nel campo di sterminio il 27 gennaio 1943, due anni prima dell’arrivo dell’Armata rossa. Non perché fosse ebrea bensì perché fece parte della resistenza francese al nazifascismo. Una storia poco conosciuta così come è di molto sottovalutato il numero di morti della resistenza europea nei campi di prigionia nazisti. Furono ben 230 le donne partigiane francesi deportate con Vittoria Nenni...