L’appuntamento era per le 13 alla fermata della metropolitana Palestro. E in tantissimi sono arrivati puntuali. Compreso il compagno Cyrus dalla Germania del quotidiano nd, ex Neues Deutschland, liquidato dalla Linke e rinato subito dopo come cooperativa di giornalisti, esattamente come il manifesto. Insieme a lui tanti lettori – di più, sostenitori – storici del giornale. Come Carlo, operaio alla Montedison è partito all’alba con la moglie e che, stoicamente, hanno tenuto i margini esterni dello striscione per almeno quattro ore senza alcuna pausa. «Ho conosciuto Rossana Rossanda, Valentino Parlato, anche Lucio Magri e tutti i cronisti che si sono occupati di lavoro – racconta Carlo – . Un rapporto indelebile che ci ha portato subito a dire sì all’appello per la manifestazione».

La «composizione del corteo» è stato rispettatta: il nostro striscione era nel penultimo spezzone, quello dedicato alle «associazioni», dietro all’Arci e davanti a Emergency.

Una collocazione obiettivamente sfortunata: se Luciana Castellina ha passato due ore e più seduta sul retro del camion dell’Arci a pochi centimetri dalle casse che sparavano musica a tutto volume senza problemi, noi poveri mortali abbiamo faticato a trovare spazio per il nostro troncone, schiacciato dal tir dei Sentinelli che non lasciava spazio ai tanti che volevano ingrossare le nostre fila.

Sotto il sole milanese mai così gradito da chi trent’anni fa ha sfilato sotto la pioggia battente, siamo rimasti immobili a sostenere lo striscione dalle 13 alle 16, senza neanche fare un passo.

La moltitudine, il successo incredibile ha impedito a moltissimi lettori di unirsi a noi. In centinaia ce lo hanno detto – «Vi aspettiamo da ore», è il refrain – quando, dopo un’attesa lunga ma festosa, abbiamo iniziato ad avanzare lentamente.

Secondo una statistica autoprodotta dai fotografi di varie estrazioni, lo striscione del manifesto è stato il più fotografato. Professionisti a parte, la richiesta era sempre la stessa: «Se ci fotografate, allora dovete poi venire dietro lo striscione». In questo modo decine e decine di persone hanno ingrossato il nostro spezzone. Tantissimi giovani, fra cui almeno quattro bambini, due sbandieratori del vessillo palestinese e due con la maglia dell’Inter.

Una staffetta comunista tra generazioni e territori che è riuscita ad arrivare a piazza Duomo – attraversando la galleria – alle 17 e 50. Un’ora dopo la fine della manifestazione. Stanchi ma felici.