La Federal Reserve americana si sta preparando a ritirare il sostegno monetario mentre l’invasione russa dell’Ucraina alimenta l’incertezza economica già creata dai contraccolpi della pandemia del Covid. I tassi di interesse saranno alzati più velocemente di più di un quarto di punto se necessario ha detto ieri il presidente della Fed Jerome Powell, sottolineando che la banca centrale aggiusterà la sua politica con l’evolversi della situazione.

La Fed ha spesso causato recessioni aumentando i tassi di interesse nel tentativo di rallentare la domanda e raffreddare l’aumento dei prezzi. Ieri Powell si è però detto ottimista perché la crescita negli Stati Uniti è forte. Oltre ad alzare i tassi, la Fed prevede di ridurre le partecipazioni obbligazionarie lasciando scadere i titoli, il che spingerebbe verso l’alto i costi di prestito a lungo termine, compresi i tassi ipotecari.

In Europa, invece, la situazione sembra ancora più incerta, e compromessa a causa dei legami energetici con la Russia. Per la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde ci saranno «conseguenze per la crescita». Anche se, al momento, non vede segnali di «stagflazione», ovvero bassa crescita e forte aumento dei prezzi. «La politica monetaria non può fare tutto» e «la politica fiscale deve fornire supporto durante la guerra».

Ieri l’agenzia Fitch ha quasi dimezzato le stime della crescita in Italia dal 4,3% al 2,7% per un nuovo «shock esterno». In Germania, l’istituto IfW prevede che la guerra dimezzerà la crescita quest’anno al 2,1% anziché il 4,0% precedentemente previsto. Sull’inflazione viviamo praticamente alla giornata», ha detto ieri il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, definendo il livello dei prezzi «preoccupante», soprattutto per le famiglie meno abbienti. «Non c’è nulla che faccia sperare che le cose possano migliorare», ha aggiunto.