Dal 18 febbraio il gruppo mercenario russo Wagner ha ripreso a reclutare personale da inviare in Africa, nella regione del Sahel: si cercano dronisti, traduttori e nuove unità d’assalto, da inviare ufficialmente come istruttori militari.

Wagner non è più la compagnia privata di mercenari di Evgenij Prigozhin e Dimitri Utkin, morti lo scorso agosto con tutto lo stato maggiore e il consiglio di amministrazione, ma un’agenzia del ministero della Difesa russo che opera – anche – in Africa con l’inquietante nome di Africa Corps, proprio come il corpo d’armata africano dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma che, a differenza dell’Africa Korps, ha importanti interessi economici da tutelare e sviluppare, oltre che un ruolo di primo piano nella strategia di cooperazione russa con i Paesi africani.

Sui canali Telegram del gruppo, sopravvissuti a Prigozhin, negli ultimi due mesi sono stati pubblicati una ventina di annunci di lavoro rivolti a uomini di età compresa tra i 22 e i 50 anni cui si offrono contratti di sei mesi rinnovabili, stipendi da 2.600 euro al mese circa e un’assicurazione sulla vita. Le stesse condizioni applicate alle reclute assunte per il fronte ucraino. Si tratta di un ritorno alle origini: dopo la «marcia su Mosca» e l’ammutinamento dell’anno scorso, il ministero della Difesa ha assorbito la compagnia e le sue società satellite, ridimensionandone le attività in Ucraina e in diversi contesti africani.

I POTENZIALI MERCENARI devono presentare un test antidroga negativo, sottoporsi a un check-up sanitario completo, presentare il casellario giudiziario, il passaporto, l’adempimento del servizio di leva. Gli annunci sono scritti in cirillico e si rivolgono principalmente a russofoni, non necessariamente cittadini russi (anzi, la dotazione di un passaporto straniero rappresenta un requisito preferenziale).

Il 19 marzo Wagner ha negato di essere coinvolta nel conflitto civile in corso in Sudan, sostenendo che l’intelligence ucraina stava propagandando false notizie. Tuttavia, nel caos della propaganda le verifiche sono molteplici: i giornalisti di Verstka, un giornale online russofono indipendente, si sono finti aspiranti reclute e sono riusciti a ricostruire l’identità di alcuni dei reclutatori del Wagner in quella che è ad oggi la più vasta campagna di reclutamento del gruppo mercenario. Sono ben 10 i reclutatori i cui numeri di telefono compaiono negli annunci.

In Africa, Wagner è presente dal 2017 e oggi conduce operazioni in Mali, Repubblica Centrafricana (RCA), Sudan e Burkina Faso. È stata coinvolta in Mozambico e ha personale disclocato in Eritrea, Zimbabwe, Sudafrica e Angola. Lunedì scorso l’esercito mauritano ha accusato le Forze armate del Mali (Fama) e i suoi ausiliari russi di aver sconfinato, entrando nel villaggio di Madallah e aprendo il fuoco sui civili. I maliani hanno detto che erano alla caccia di jihadisti del Jnim, gruppo legato ad al-Qaeda.

WAGNER NON STA RECLUTANDO solo personale russofono: la scorsa settimana l’Associated Press ha riferito le testimonianze di alcuni ex-ribelli muslmani centrafricani raggiunti a Bouar e Bangui, tutti partecipanti al programma governativo di «disarmo, smobilitazione e reintegrazione». Le difficoltà a reinserirsi di questi combattenti, un po’ perché stigmatizzati e un po’ perché in Centrafrica il lavoro è un lusso per pochi, li costringono spesso (nel 15% dei casi secondo il governo) a tornare nei gruppi armati o ad arruolarsi nella Wagner.

Sicurezza e violazioni dei diritti umani non sono l’unica cifra della Wagner in Africa: molto più importanti, e meno chiacchierati, sono gli interessi economici del gruppo, che oltre a rifornire di armi e sostegno i governi locali e le giunte militari del Sahel, ha uomini che fanno da consulenti politici (Dimitry Sity in RCA è advisor per la sicurezza del presidente Touadera) e società satellite che si occupano di estrazione e commercio di diamanti (da zone proibite), oro, legname e metalli preziosi.

IL 19 GENNAIO SCORSO la Banca centrale russa ha pubblicato i dati sulle riserve aurifere russe, che indicano un aumento di valore del 14,5% nell’ultimo anno, nonostante le sanzioni: secondo The blood gold report, pubblicato a dicembre, Wagner ha riciclato 2,5 miliardi di dollari di oro estratto in Mali, Sudan e RCA. Con il termine «oro insanguinato» si intende l’oro estratto in zone di conflitto e riciclato nei mercati internazionali per finanziare lo Stato russo: in Mali e Burkina Faso, di recente, la Russia si è aggiudicata appalti e concessioni aurifere importanti, che sono quella parte del “pagamento in natura” per i servigi resi da Wagner nel settore della sicurezza.