In questa bizzarra corsa alla Casa Bianca, dove i due candidati di punta, Joe Biden e Donald Trump, non hanno nessuna opposizione interna credibile, una storica voce della sinistra Usa otto mesi fa ha annunciato la propria candidatura indipendente con il People’s Party, il 70enne Cornel West, intellettuale accademico e attivista afroamericano.

In passato West ha sostenuto Obama, quindi Bernie Sanders e nel 2020 Joe Biden, usando la propria notorietà, non solo accademica e politica. West ha insegnato a Harvard, Yale e Princeton, è autore di bestseller come Race Matters e Democracy Matters, è stato su tutti i giornali non solo con i suoi articoli, ma per essere stato arrestato varie volte partecipando a manifestazioni di protesta per la giustizia razziale, e ha anche recitato in due film della serie The Matrix.

La sua campagna si sostiene con il prezzo dei biglietti degli eventi che organizza, con donazioni dai 25 dollari in su.

A New York Cornell West è arrivato al centro culturale della storica chiesa presbiteriana di West Park, un punto di riferimento di New York nell’Upper West Side di Manhattan. Prima di West sono intervenuti attivisti palestinesi e israeliani contro il conflitto, segnando l’argomento principale del comizio.

“Non vedo differenze- ha detto West – forse è un problema mio, perché quello che vedo è il sangue di bambini, di neonati. Neonati palestinesi, è vero, ma non riesco a capire la nazionalità di un neonato solo dal suo sangue”.

Di questo conflitto West ritiene Biden corresponsabile e lo definisce un criminale di guerra.

Cornel West a sostegno del manifesto nel 2016, foto Luca Celada /il manifesto
Cornel West a sostegno del manifesto nel 2016, foto Luca Celada /il manifesto

Il problema per West è la cronica mancanza di alternative politiche in Usa: “Le persone hanno fame di cambiamento, vogliono buone politiche e non questa politica. Dobbiamo spezzare la morsa del duopolio e dare il potere al popolo. Prima abbiamo avuto il tentativo di guerra civile promosso da Trump. E poi è arrivato il fratello Biden, il più debole presidente di sempre, che ci sta facendo vedere cosa è un genocidio in tempo reale. Davvero dobbiamo decidere tra Civil War Trump e Genocide Biden?”.

L’alternativa che propone West è molto di sinistra e la illustra con l’enfasi di un gospel, suscitando l’entusiasmo del pubblico.

Parla di imposta patrimoniale su tutte le partecipazioni e transazioni miliardarie, salario minimo di 27 dollari l’ora, di istituire una commissione federale per il reddito di base universale, di congedo familiare retribuito per un minimo di sei mesi, di settimana lavorativa di quattro giorni, e di assistenza all’infanzia gratuita.

Per l’ambiente il piano propone la cessazione immediata di tutti i progetti di concessione di petrolio e gas su terreni e acque federali, una moratoria federale sul fracking e sull’estrazione del carbone.

Per la sanità West vuole codificare il diritto all’aborto come mandato costituzionale e nazionalizzare il settore sanitario, compresa l’industria farmaceutica.

Dopo averli descritti non spiega come arrivare a questi risultati e come conciliare il Congresso convincendo i repubblicani e l’ala moderata del partito, ma è sicuro che questa sia la via e che non è mai stata imboccata per colpevole cecità capitalista.

Fino ad ora il popolo americano è stato disilluso dai suoi referenti,banche quando, eleggendoli, sembravano scelte audaci. “Non basta essere neri – ha detto West – Con Obama, con Kamala Harris, abbiamo visto gli stessi traumi, le stesse ingiustizie con un colore diverso”.

Su come trasformare le promesse in risultati West appare fumoso, di certo a mancargli non è l’impeto oratorio: “La politica non la fanno i politici ma i movimenti, giorno per giorno. Questo crescerà e sorprenderemo tutti la prima settimana di novembre. In America e nel mondo”.