La sua sceneggiatura è una magnifica lezione di cinema, di quel fare cinema che crede (ancora) nelle immagini e nella loro infinita potenzialità rifiutandosi di essere l’illustrazione di un qualche script redatto secondo le regole del presente, dosato in modo da rendere il lavoro sul set prevedibile (e previsto) meglio se lineare a-b-c o già pronto per essere frullato nel futuro dell’IA. Lui cioè Jean-Luc Godard invece si è sempre affidato fino alla fine a ciò che vediamo, a un «invisibile che rende l’invisibile», che non è uno scioglilingua ma una dichiarazione poetica e politica. LA PROIEZIONE di Scénarios (che...