Da ribelle dei Giovani socialisti a nuovo segretario generale della Spd. Ieri a Berlino il comitato esecutivo dei socialdemocratici ha nominato Kevin Kühnert, 32 anni, ex numero uno degli Jusos, alla carica che in Italia equivale alla presidenza del partito. Subentra a Lars Klingbeil che al congresso straordinario dell’11 settembre diventerà co-presidente (cioè segretario politico) insieme a Saskia Esken.

È UNA VERA SVOLTA nella Spd fino a ieri abituata a promuovere anzitutto i fedelissimi della vecchia guardia e non certo un neo deputato che si presenta al Bundestag senza cravatta e in scarpe da tennis. Ma anche una ventata di aria fresca nel partito che – anche grazie a lui – con la vittoria elettorale del 26 settembre è tornato a dialogare con la base degli iscritti refrattari alle Groko con Angela Merkel.

Gay dichiarato, esponente della sinistra Spd e da sempre contrario alla partnership di governo con Cdu-Csu: subito dopo il voto Kühnert è stato fra i primi a indicare nell’alleanza con i Verdi l’orizzonte politico in grado di resuscitare il partito dall’emorragia di consenso iniziata con gli ex segretari Sigmar Gabriel e Martin Schulz e proseguita con Andrea Nahles. Ben prima che Olaf Scholz decidesse di avviare i colloqui per la coalizione Semaforo abbandonando ogni approccio con il candidato democristiano, Armin Laschet. Anche se Kühnert non ha mai nascosto di preferire il governo con Verdi e Linke.

MA LA SCALATA AL VERTICE di Milchgesicht (“Faccia di latte”, così il soprannome di Kühnert) non è esattamente una buona notizia per cancelliere in pectore Scholz, leader della destra Spd. Il nuovo segretario generale vanta una forte ascendenza tra i giovani deputati con in tasca la tessera degli Jusos: 49 sul totale di 206 del Gruppo al Bundestag. Significa che Kühnert è in grado di mettere i bastoni tra le ruote alla Realpolitik di Scholz incardinata più sui liberali che sugli ambientalisti, al punto che il leader di Fdp, Christian Lindner, viene ironicamente considerato dai media come il suo vero vice.

«Con che diritto una persona possiede più di venti appartamenti?». E ancora: «Senza la redistribuzione della ricchezza superare il capitalismo è impossibile». Così Kühnert pubblicamente, solo ventiquattro mesi fa, come fosse un comunista e non il leader dell’ala giovanile del partito che da oltre mezzo secolo non è più nemico del libero mercato.

NATO IL 1 LUGLIO 1989 a Berlino-Ovest, appassionato di pallamano e tifoso dell’Arminia Bielefeld, Kühnert si è diplomato nel 2008 al “Beethoven Gymnasium” dove ha cominciato la carriera politica come rappresentante degli studenti, prima del volontariato all’Ufficio-Giovani del rione di Zehlendorf. Giornalista mancato (ha abbandonato il corso universitario in Comunicazione) il neo segretario ha lavorato per tre anni in un call-center, finché nel 2012 è diventato presidente degli Jusos di Berlino e poi nel 2017 a livello federale con il record di voti. Si è dimesso quest’estate per potersi candidare al Bundestag ma continua a vivere come un giovane studente, dividendo il suo alloggio a Schöneberg con altri coinquilini.

POLITICAMENTE Kühnert è un esperto di politica fiscale, pensioni ed estremismo di destra; lo scorso febbraio è entrato nel comitato esecutivo della Spd come responsabile di edilizia e costruzioni. Che per lui si declinano al diritto alla Casa ma fino a un certo punto; e infatti prima del referendum sull’esproprio degli alloggi delle società immobiliari proprietarie di oltre 3.000 appartamenti aveva dichiarato che avrebbe votato contro «perché la cifra è arbitraria».