Il tempo è un diavolo e come ogni diavolo si nasconde nei dettagli. Capita, per esempio, di tornare a sfogliare un romanzo che si è letto per la prima volta molti anni addietro, a ridosso dell’uscita o giù di lì, e all’improvviso l’occhio si inchioda su una breve e trascurabile considerazione, come se ne trovano a decine nei romanzi. Tre righe o anche due, non di più, alle quali, malgrado il piglio profetico, all’epoca non demmo loro alcuna importanza. Nemmeno l’autore di turno gliela diede, probabilmente. Quel pensiero era messo lì più che altro per dare colore, creare atmosfera, una delle tante pennellate il cui scopo era definire temperie e tempra del protagonista.

«I recensori resteranno in circolazione per un po’, ma i pony express spariranno presto o passeranno tutti alle pizze o alle patate al forno – vittime del fax» si leggeva in uno di quei pensieri. In effetti, anche se le cose sono andate all’incirca così, a parte il fax, estinto come i pony express, neanche oggi sarebbe il caso di metterci su troppa enfasi, se non fosse per due motivi.

Il primo è che in questi ultimi anni, insieme alla scomparsa dei pony express, anche i postini sono spariti dalle nostre vite. Se volessimo oggi troncare un’amicizia di vecchia data, evitando contatti diretti con una persona che a un tratto ci appare come un nemico, chi di noi prenderebbe ancora carta e penna per scrivere una lettera? Ma, alla fine del secolo, era ancora la scelta più ovvia, soprattutto se gli amici giunti ai ferri corti erano due scrittori di mezza età, nati e cresciuti in pieno Novecento.

«Sotto la rilassatezza della nostra reciproca ammirazione per l’opera dell’altro si nasconde la… furia di uccidere» (Julian Barnes, foto di Roberto Ricciuti via Getty Images)

Martin Amis, all’uscita del suo romanzo L’informazione (da cui è presa la frase sopra citata) si vide recapitare una lettera di Julian Barnes datata 12 gennaio 1995, in cui l’amico si felicitava perché Amis si era trovato un agente che aveva già arruolato, nella sua scuderia, un uomo condannato a morte, un altro che stava morendo di Aids e un terzo rinchiuso in un manicomio.

La lettera si chiudeva con quello che Amis avrebbe poi definito un «colloquialismo arcinoto» e facilmente intuibile, che suonava come l’augurio assai poco elegante di andare incontro allo stesso infausto destino degli scrittori cui Barnes alludeva senza nominarli.

A scatenare l’ira era stato il fatto che Amis si fosse rivolto a un chiacchierato agente – Andrew Wylie, chiamato lo Sciacallo per la sua fama di intermediario collerico e spietato – al fine di assicurarsi un anticipo di cinquecentomila sterline, proprio per quel suo nuovo romanzo. Fino a quel momento, a rappresentare gli interessi di Martin Amis era stata la moglie di Barnes, Pat Kavanagh, la quale aveva avuto il torto di spuntare una cifra di poco inferiore , appena ventimila sterline in meno. Malgrado si fosse consumata nel silenzio di una lettera, la forma più privata che si possa immaginare, la rottura tra i due scrittori fu non soltanto argomento di gossip nel ristretto ambiente letterario, ma anche notizia di dominio pubblico e trovò grande spazio sui giornali.

«La mia prima reazione fu un senso di colpa per averlo ridotto a scrivere una cosa tanto brutta. Oltre che screditante. Cristo, pensai: non devo essergli mai piaciuto» (Martin Amis)

Perfino Antonia Susan Byatt entrò a gamba tesa nella questione criticando Amis per la sua «folie de grandeur» e il conseguente tentativo di prosciugare i pozzi dell’editoria. In molti pensarono allora di dover intendere L’informazione come un romanzo a chiave, i cui personaggi non erano creature puramente immaginarie. Tra quelle pagine, mettendo in scena il disprezzo represso e ossessivo che Richad Tull, recensore e scrittore sperimentale ignorato dal grande pubblico, cova nei confronti dell’amico Gwyn Barry e del suo successo presso i lettori, Amis avrebbe rivelato i suoi veri sentimenti per Barnes. Ebbe così inizio una caccia ai dettagli rivelatori. Nei denti di Richard, «tutti schegge di ceramica e colla prebellica», fu fatale vedere i denti malconci che Amis si fece sistemare con una costosa operazione proprio grazie al cospicuo anticipo che Wylie gli aveva garantito.

Allo stesso modo, nella pagina in cui Richard ironizza sulla felicità coniugale di Gwyn parlando di sottomissione, fu facile scorgere una frecciata al forte legame che univa Barnes a Pat Kavanagh, così forte da indurre lo scrittore a troncare la lunga amicizia con Amis quando questi preferì lo Sciacallo a sua moglie.on tutti i tasselli erano al posto giusto, ma questo non scoraggiò chi sosteneva la tesi del romanzo a chiave. Amis ovviamente rifiutò simili interpretazioni, dicendosi peraltro ferito e sorpreso dal modo in cui Barnes gli comunicò la volontà di troncare ogni rapporto: «Cristo, pensai: non devo essergli mai piaciuto. La lettera mi portò a mettere in dubbio la sostanza, per non parlare del valore, di quella amicizia che veniva a interrompere».

Resta però che Amis ricorse allo stesso aggettivo usato nell’Informazioneuxorious – quando in Esperienza si sofferma su quanto Barnes fosse un marito sottomesso. Come è anche vero che a sferrare il primo colpo era stato qualche anno addietro proprio Barnes, con il romanzo Amore, ecc., che parla anch’esso di due amici in conflitto, uno dei quali sembra parlare come Amis e, come Amis, è un fumatore accanito.

Oggi, a distanza di anni da quei fatti e da quel romanzo, poco importa tuttavia quali fossero le reali ragioni di Barnes; se davvero si infuriò per un atto di lealtà nei confronti della moglie o perché si era visto dipinto come un mezzo idiota nel personaggio di Gwyn o per chissà quali vecchie e mai palesate ruggini.

A un certo punto dell’Informazione leggiamo che «il forno a microonde era un congegno studiato per frodare il tempo». È un altro di quei dettagli all’apparenza insignificanti, ma che scavano un abisso tra il nostro presente e il mondo di allora. L’idea che abbiamo del tempo e della tecnologia è molto cambiata in questi ultimi trent’anni. Una lettera come quella spedita da Barnes nel 1995 sarebbe oggi impensabile, e proprio su questo ha ancora senso riflettere oggi: non i dissapori in sé, non il duello ma lo Zeitgeist che ha reso possibile e alimentato tutto ciò. Col tempo i due scrittori tornarono a parlarsi, anche se non a frequentarsi perché dal 2011 Amis si era stabilito a New York. Comunicavano per posta elettronica, adesso, scambiandosi pareri sul calcio.

Nella primavera del 2023 Amis spedì una mail in cui diceva «Abbi cura di te, vecchio mio». Nient’altro. Barnes la interpretò per come andava interpretata – un addio a lui e alla vita su questo pianeta – e non rispose.