Jean-Yves Camus è direttore dell’Observatoire des radicalités politiques della Fondazione Jean-Jaurès. Tra i maggiori specialisti dell’estrema destra, ha pubblicato di recente, con Nicolas Lebourg, Les extrèmes droites en Europe (Seuil, 2015).

Il Fronte nazionale apre oggi un congresso di due giorni dedicato alla “rifondazione”. Il partito di estrema destra è in crisi dopo che Marine Le Pen è arrivata al ballottaggio alle presidenziali e ha raccolto più di 10 milioni di voti? Di che crisi si tratta?

“Il risultato elettorale non è stato negativo, anzi. Ma è stato preceduto dal dibattito tra i due turni, che Marine Le Pen ha perso di fronte a Emmanuel Macron. E’ questa la ragione della crisi. Anche il risultato elettorale avrebbe potuto essere migliore se fosse riuscita nel dibattito”.

E’ quindi una crisi di direzione più che di idee? Ma Marine Le Pen è oggi la sola candidata alla successione di se stessa alla testa del Fn.

“C’è una responsabilità personale. Ma oggi, è un paradosso, Marine Le Pen è la sola candidata. La nipote Marion Maréchal-Le Pen non ha ancora deciso se tornerà in politica. Bisogna pero’ tener presente che un dibattito presidenziale non si prepara da soli, ci sono dei consiglieri, che hanno scelto la strategia sbagliata, fallita dall’a alla zeta, sulla forma e sul fondo”.

E’ la responsabilità della strategia del principale consigliere, Florian Philippot, che poi ha lasciato il Fronte nazionale per fondare una sua formazione, Les Patriotes? Lo sbaglio è stato fatto soprattutto sulla confusione sull’euro?

“Non è solo colpa di Philippot. Il dibattito è stato preparato da tutta un’équipe. E l’errore è andato al di là dell’euro. E’ stato di decidere di attaccare Macron sull’economia, mentre era evidente che Marine Le Pen non era all’altezza in questo campo. L’errore è stato di non focalizzarsi sui temi che fanno la specificità della posizione del Fronte nazionale, la sicurezza, l’immigrazione, l’identità, la crisi dei rifugiati, cioè tutti i temi della destra radicale”.

Queste idee restano radicate in una parte dell’elettorato? Il nuovo leader della destra, Laurent Wauquiez dei Républicains, sta cercando di sedurre i sostenitori del Fronte nazionale, spostandosi a destra della destra?

“Queste idee sono ancora ben presenti. Wauquiez cerca di fare concorrenza, come già prima di lui Pasqua, Chirac o Sarkozy, che hanno sempre inviato segnali per recuperare gli elettori del Fronte nazionale. Ma poi, una volta al potere, non le hanno attuate: in Francia, la destra di governo non ha mai abolito lo jus soli per imporre lo jus sanguinis, per esempio, non è uscita dalla Ue né da Schengen, non ha proibito la costruzione di nuove moschee. Per fortuna! Marine Le Pen ripete che ogni volta che la destra utilizza le espressioni del Fronte nazionale, una volta al potere non le attua”.

Marine Le Pen si è congratulata con i suoi amici, Salvini in Italia, Strache in Austria. Ma entrambi hanno adottato strategie di alleanze, al contrario del Fn.

“La situazione in Austria è diversa dalla Francia, l’Fpö è già stato membro di una coalizione di governo negli anni ’70 e poi nel 2000. La Lega era al governo con Berlusconi, anche se quella di adesso non è più la Lega di allora. Invece, il Fronte nazionale non ha nessuna esperienza di governo”.

Governa pero’ a livello locale. Non basta?

“Non ha mai diretto una Regione, mai una grande città, con l’eccezione di Tolone tra il ’95 e il 2002, ma non è stato un successo. Ha solo conquistato piccole città, al massimo Fréjus”.

Marion Maréchal-Le Pen potrebbe tornare in politica e in futuro essere leader del Fronte nazionale. Ma in economia difende una posizione liberista, che potrà difficilmente convincere le classi popolari che, soprattutto nel nord deindustrializzato, hanno votato per Marine Le Pen assieme alla classe media, soprattutto al sud.

“Marion Maréchal-Le Pen non potrà essere eletta se non conserva i due elettorati, quello della classe media e quello popolare. Per questo dico da tempo che c’è la possibilità che il Fronte nazionale non vada mai al potere in Francia. Potrebbe restare intorno al 20% per decenni, senza mai arrivare al potere”.