Un intero anno senza l’ex premier Netanyahu ha permesso a molti israeliani di respirare e ha attenuato le gravi minacce al sistema politico del paese. Una democrazia molto propagandata. Che è meglio definibile come etnocrazia, considerando lo svilupparsi di un sistema di apartheid sempre più severo e pesante.

La travagliata coalizione succeduta a Netanyahu ha portato a una relativa tregua, ma i suoi elementi di destra sono stati corrosi quotidianamente dal veleno dell’opposizione di destra, con il risultato di arrivare molto rapidamente a una crisi e a nuove elezioni. Molti dei disertori sono già stati premiati con posizioni più o meno sicure nella nuova lista di Netanyahu.

L’EX PREMIER ha costruito un partito populista di destra basato su un culto estremo della personalità. La preoccupazione di fondo di Netanyahu non è sulle questioni essenziali per il futuro di Israele. Cerca semplicemente il modo di evitare la galera, immerso com’è in un processo in presenza di prove schiaccianti di corruzione, concussione e così via.

Il Likud, guidato da Netanyahu, prende di mira in permanenza il sistema giudiziario, la normale attività del Parlamento e del governo, mentre parallelamente il veleno razzista contro la popolazione arabo-palestinese si diffonde a macchia d’olio. L’appoggio del partito arabo Raam, staccatosi dalla lista congiunta, ha permesso all’estrema destra di accusare gli «arabi» di ricevere miliardi a spese di altri israeliani, denunciandoli come responsabili di ogni errore ed emergenza.

Ma non basta. La destra è costituita da diverse fazioni. Netanyahu ha fatto il possibile, con ogni genere di promesse, per portarle a unirsi. Il caso più estremo e minaccioso per ciò che resta della democrazia e delle istituzioni giudiziarie è offerto da due personaggi più che problematici: i deputati Ben Gvir e Smotrich. I due sono confluiti nella «Lista del sionismo religioso» apertamente xenofoba, fondamentalista e omofoba, grazie alle pressioni e promesse di incarichi di governo da parte di Netanyahu, se vincerà le elezioni il prossimo 1 novembre.

BEN GVIR AVEVA 17 anni quando, nel 1995, le telecamere lo ripresero con uno striscione contro l’auto ufficiale del premier Rabin, che diceva «Come siamo arrivati qui, arriveremo a lui». Nel centro di Gerusalemme, decine di migliaia di persone manifestavano con immagini di Rabin in uniforme nazista, mentre il giovane Netanyahu e altri leader della destra urlavano il loro disprezzo contro la «pace di Oslo». Rabin, che quella pace aveva firmato, venne assassinato nel 1995 da un estremista ebreo:

NEL 1994 BARUCH Goldstein, un medico ebreo osservante di Hebron, entrò nella moschea uccidendo 29 palestinesi. Ben Gvir diffondeva foto di se stesso con una gigantografia dell’assassino. La tolse solo quando si rese conto che avrebbe potuto pregiudicare la sua campagna elettorale per le legislative. Fu eletto al Parlamento. Ha sempre seguito la concezione del rabbino Kahane, fondatore di Kach, dichiarata organizzazione razzista-terroristica. Ora dice di non essere d’accordo su tutto. Quando i suoi adepti si mobilitano e gridano nelle strade: «Morte agli arabi», Ben Gvir li ammonisce: devono dire «Morte ai terroristi, non agli arabi». Negli anni 80 il deputato liberale del Likud Eytan mise a confronto i punti centrali della concezione di Kahane con le leggi naziste di Norimberga. Kahane negava i diritti nazionali ai non ebrei, come le leggi tedesche negavano i diritti civili agli ebrei.

IN ISRAELE SONO sempre più frequenti i tentativi di impedire agli arabo-israeliani di vivere liberamente dove vogliono; quando gli stratagemmi legali non funzionano allo scopo, la violenza si incarica di sostituirli. La dottrina o la teoria non sono sempre necessarie: la settimana scorsa non pochi sono rimasti inorriditi davanti alle affermazioni del deputato israeliano Smotrich, ora alleato di Ben Gvir. Ha scritto che in una scuola di Tel Aviv un bambino di 7 anni è transgender e deve dunque essere allontanato dalla classe: la condizione sarebbe contraria alla legge religiosa, secondo Smotrich, già noto perché non accettava che sua moglie, partoriente, fosse in stanza con una donna araba.

Eppure anche un rabbino di destra, Ariel, si è opposto a questa concezione, sostenendo che essa non ha alcun fondamento nella legge. Ma l’ala estremista ha aggiunto alla coalizione di Ben Gvir e Smotrich un piccolo partito assolutamente omofobo e religioso, Noam. Netanyahu non vuole perdere alcun voto di estrema destra e questo lo ha portato a coalizioni in cui gli estremisti di destra non sono migliori dei peggiori antisemiti nemici del popolo ebraico durante la sua lunga storia.

MOLTA GENTE, quando parla di memoria o attacca violentemente le posizioni dei critici di Israele che non criticano gli ebrei in quanto tali ma la politica di oppressione dei palestinesi, dimentica che la memoria molto selettiva e senza valori che inculchiamo ai nostri giovani li porta ad avere ideologie fasciste molto simili a quelle dei peggiori nemici degli ebrei nel XX secolo, non solo in Germania ma anche in Italia e in molti altri paesi europei. Nemici che oggi stanno rialzando la testa. Ovunque.