Dopo il giro mondiale del video sulle discriminazioni e stigmatizzazioni degli africani in Cina, accusati di essere presunti portatori della seconda ondata di Covid, il parlamento nigeriano ha fatto partire un’indagine urgente sui prestiti cinesi. Una proposta presentata martedì scorso alla camera dei deputati dal deputato Ben Rolland Igbapka, per sospette incongruenze sugli accordi tra Nigeria e Cina. Una situazione che potrebbe provocare la rottura della relazione diplomatica tra i due paesi.

La banca cinese Exim negli ultimi 20 anni è stata una dei maggiori creditori della Nigeria, prestando oltre 18 miliardi di euro alla più grande economia africana, per finanziare progetti legati a trasporti, comunicazioni e tecnologie, energia, agricoltura, acqua, sanità ed educazione.

Secondo l’Ufficio di gestione del debito della Nigeria (Dmo) e il Ministero delle finanze, l’attuale debito pubblico del paese è di oltre 73 miliardi di euro, di cui i prestiti cinesi rappresentato ad oggi il 3 per cento.

La scorsa settimana due dirigenti di un’ azienda di costruzione cinese in Nigeria sono stati arrestati dalla Commissione economica e finanziaria della Nigeria (Efcc)per presunto tentativo di corrompere uno dei capi della commissione. I due cittadini cinesi sono stati catturati in un’operazione sotto copertura dopo aver offerto i 50 milioni di naira all’ufficiale in cambio del suo aiuto per contrastare un’inchiesta in corso.

Per capire quanto sta avvenendo tra i due paesi abbiamo intervistato il deputato Ben Igbakpa.

L’inchiesta è già partita?
La proposta è stata votata e adottata all’unanimità. Al momento, la camera ha dato il mandato alla commissione per i trattati e gli accordi bilaterali, la commissione per le finanze e al Dmo al fine di indagare e sottoporre tutti i contratti al controllo forense, rilevando la diffusa preoccupazione globale per la tossicità, l’irregolarità e le caratteristiche fraudolente dei contratti di prestito cinesi con la maggior parte dei paesi africani.

A quanto ammonta il debito con la Cina?
Attualmente il debito è di circa 3,2 miliardi di dollari ma il problema non è solo il prestito, perché la Nigeria è in grado di rimborsare ma l’irregolarità e l’agenda nascosta dietro ai progetti che non mira a favorire i nigeriani. Abbiamo scoperto che i contratti firmati dal governo federale erano tutti in lingua cinese, il che è sospetto. Ora, vogliamo sapere il periodo di tempo stabilito per ciascun progetto, la durata prefissata, come sono stati eseguiti, quante persone hanno mostrato interesse e quanto hanno pagato questi progetti per coprire i costi. I prestiti dalla Cina sono legati ai progetti specifici e la maggior parte di essi riguarda la costruzione di ferrovie e le infrastrutture. E il governo nigeriano deve coprire la quota di competenza alla banca Exim perché il 95 percento di coloro che lavorano a questi progetti provengono dalla China Civil Engineering Construction Cooperation (Ccecc)- un’azienda di costruzione cinese. E questo non favorisce in alcun modo i nigeriani perché abbiamo lavoratori qualificati che possono farlo. La Ccecc ha diritto all’esecuzione al 100 percento, decidono il costo del progetto, tutti i materiali utilizzati vengono importati dalla Cina e non ne ricaviamo alcun vantaggio. E, se il debito non viene pagato, i progetti possono essere sequestrati dal governo cinese.

La sua proposta è collegata alle accuse di razzismo nei confronti di Pechino per il trattamento riservato di recente ai nigeriani in Cina?
No, il fatto è che in tutti questi anni l’assemblea nazionale non stata informata sulla natura e il funzionamento di questi prestiti.

Che aiuti avete ricevuto dalla Cina per l’emergenza Covid?
Non abbiamo ricevuto nulla dalla Cina. Sono solo arrivati 15 dottori cinesi attraverso la Ccecc che vuole proteggere i suoi interessi, non i nigeriani. E hanno soltanto aiutato a comprare le cose che servono per affrontare l’emergenza.

Il governo nigeriano è pronto per una crisi diplomatica con la Cina, sapendo che è uno dei suoi principali creditori?
La nostra non è una minaccia alla Cina, stiamo solo cercando di proteggere l’interesse del nostro paese. Siamo consapevoli del colonialismo economico della Cina in alcuni paesi africani, ma non credo che sia il nostro caso, perché la Nigeria è troppo grande per loro e, inoltre, anche il debito che dobbiamo loro è poco rispetto ad altri paesi.