Non si allenta in Sudan la pressione della piazza sul Consiglio di transizione militare, che una volta tolto di mezzo il presidente Omar al Bashir – agli arresti in “luogo sicuro” da giovedì 11 aprile – pensava di poter gestire agevolmente il potere fino al voto, immaginato però non prima del 2021. Troppo forte da parte dei manifestanti il senso di beffa, dopo il ciclo intensivo di manifestazioni che in quattro mesi ha portato alla caduta del regime, o quantomeno della trentennale presidenza di al Bashir. Il sit-in di fronte al palazzo delle Forze armate a Khartoum prosegue e ieri...