Il Parlamento europeo ha approvato ieri la Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, la cosiddetta «Case green». Dopo un passaggio in Consiglio Ue, teoricamente solo formale, il provvedimento che verrà adottato prevede che a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti a emissioni zero, quelli pubblici entro il 2028; l’intero patrimonio edilizio dovrà essere climaticamente neutro entro il 2050. Nel caso degli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno garantire una riduzione dei consumi energetici di almeno il 16% (rispetto al 2020) entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Per gli edifici non residenziali, il 16% di quelli con le peggiori prestazioni sarà destinato alla ristrutturazione entro il 2030 e il 26% entro il 2033.

Una road map necessaria per la transizione ecologica del patrimonio immobiliare che, secondo Kyoto Club, è «responsabile del 36% delle sue emissioni di gas serra e del 40% del totale della domanda di energia finale, di cui circa l’80% utilizzata per riscaldare gli edifici». Ma decisamente impegnativa per l’Italia, caratterizzata dalla vetustà del proprio parco abitativo (oltre il 50% degli immobili privati è stato costruito prima del 1970). E malgrado gli incentivi per l’efficienza energetica in vigore dal 2007, come fa notare il think thank ambientalista Ecco, «dal picco del 2005 le emissioni di questo settore sono scese solo del 12%».

È a questo dato che si sono aggrappati FI, Fd’I e Lega per opporsi alla direttiva, come ha fatto una parte minoritaria del Ppe, malgrado la plenaria di Strasburgo abbia approvato la versione più “soft”, quella indicata dalla Commissione Industria, che prevede esenzioni per edifici storici e agricoli e la possibilità dei Paesi membri di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto. Inoltre, l’obbligo di installare pannelli solari sui tetti riguarderà solo gli edifici pubblici e tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.

Tra coloro che nel Ppe hanno detto sì il testo, c’è l’azzurra Alessandra Mussolini e la maggioranza del Gruppo liberale Renew (tra i no, quello di Castaldo di Azione). Totalmente favorevoli, invece, il M5S (non iscritti), Pd e Sinistra (S&D) e Verdi/Ale. Ieri l’Eurocamera ha anche approvato la direttiva sulle emissioni industriali che impone, entro il 2026, restrizioni sul consumo d’acqua e sulla produzione di gas serra alle imprese, inclusi i grandi allevamenti intensivi di polli e suini, ma non di bovini.