«Da queste parte siamo Bolsonaro!», ha urlato l’agente della polizia federale penale, Jorge José da Rocha Guaranho, pochi minuti prima di uccidere con tre colpi di pistola la guardia municipale e tesoriere del Partito dei lavoratori (Pt), Marcelo Aloizio de Arruda. L’omicidio è avvenuto nel bel mezzo della festa di compleanno della vittima, che festeggiava i suoi 50 anni con palloncini rossi, manifesti e bandiere a sostegno di Lula e del Pt nella città di Foz do Iguaçu, stato del Paraná. Il reato è stato definito dal segretario alla pubblica sicurezza della città, Marcos Antonio Jahnke, «un caso di intolleranza politica».

MARCELO ERA STATO CANDIDATO a vicesindaco della città per il Pt nel 2020, era direttore dell’Unione dei dipendenti pubblici municipali e tesoriere locale del Pt. La celebrazione del suo compleanno si svolgeva presso l’Associação Esportiva Saúde Física Itaipu, di cui Guaranho è uno dei dirigenti. Secondo i testimoni e le registrazioni delle telecamere di sicurezza, Guaranho è apparso per la prima volta intorno alle 23:00. Era in macchina, accompagnato da una donna e un bambino. Pistola alla mano, gridando che sarebbe tornato e avrebbe ucciso «tutti voi bastardi», ha minacciato i presenti. In quel momento, Arruda ha cercato la propria arma, secondo un testimone, e se l’ha messa alla vita. Venti minuti dopo, da solo, Guaranho è tornato e ha iniziato a sparare già dalla macchina.

ARRUDA SI È IDENTIFICATO come guardia municipale, mostrando il suo distintivo, con la pistola in mano, ma non è servito a nulla. Il primo colpo sparato da Guaranho ha colpito a una gamba il tesoriere e gli altri lo hanno raggiunto alla schiena. Prima di morire, Arruda è riuscito a voltarsi e sparare cinque volte contro il bolsonarista. Secondo un amico del petista, «con la sua reazione è riuscito a evitare una strage». La segreteria della Pubblica sicurezza del Paraná ha riferito, domenica pomeriggio, che Jorge Guaranho ha ricevuto cure mediche ed è in condizioni gravi, ma stabili. Arruda è morto poche ore dopo in ospedale, lascia moglie e quattro figli.

Per molti settori della società brasiliana, il delitto è conseguenza e triste esempio della polarizzazione sociale e dell’istituzionalizzazione di un discorso di intolleranza politica, caratteristico del governo di Jair Bolsonaro e dei suoi sostenitori. Sul suo profilo Twitter, Guaranho si presenta come «conservatore e cristiano» e mostra in diversi post il suo sostegno al presidente. In una foto, il poliziotto compie addirittura il famoso gesto di Bolsonaro, che simula una pistola con le mani.

foto Ap

POCHE ORE PRIMA dell’assassinio, il deputato federale Eduardo Bolsonaro (Pl-Sp), figlio del presidente, ha pronunciato un infiammato discorso a Brasilia a sostegno dell’agevolazione dell’accesso alle armi da fuoco – un fenomeno, tra l’altro, in corso dal 2018 in tutto il paese. Le sue parole esortavano i sostenitori a «non rispettare» gli oppositori politici. «Quelli della sinistra – ha gridato durante un comizio il parlamentare – non avrebbero mai immaginato che così tante persone scendessero in piazza per dire che sì, che vogliamo essere armati!».

L’ex presidente e candidato alla presidenza Luiz Inácio Lula da Silva ha dichiarato che sia Arruda che l’autore dell’omicidio, Guaranho, sarebbero vittime dello stesso incitamento all’odio. «Una persona, per intolleranza, ha minacciato e sparato a un’altra, che si è difesa e ha evitato una tragedia ancora più grande. Due famiglie hanno perso i loro genitori».

IL PRESIDENTE NAZIONALE del Pt, Gleisi Hoffmann, in una nota ha affermato che la retorica di Bolsonaro «stimola quotidianamente il confronto e gli attacchi agli oppositori», in un sinistro «progetto di morte». Bolsonaro, a sua volta, anche lui candidato alla rielezione, ha detto che farebbe a meno di «ogni tipo di sostegno da parte di chi pratica la violenza contro gli oppositori» e che sarebbe «la sinistra ad accumulare un innegabile lista di episodi violenti».