«Bozo» è un pagliaccio, un clown televisivo, creato negli Usa alla fine della guerra, e poi diffusosi nel subcontinente, compreso il Brasile, dove uscì dalla programmazione all’inizio degli anni Novanta. Prima di arrivare qui in Brasile chiesi a un giovane collega universitario se a Jair Bolsonaro gli ambienti progressisti avessero affibbiato un soprannome, e lui mi rispose “Bozo”, pagliaccio. Effettivamente, si ha l’impressione che il neopresidente, insediato a gennaio scorso, sia più actus che agens, interprete di politiche decise altrove, perfetto rappresentante di un potere che altro non è che il comitato d’affari di gruppi dominanti, interni ed esterni. Colpisce...