Quando la casa di produzione Toho, nel 1954, faceva uscire Godzilla, il film diretto da Ishiro Honda e con effetti speciali di Eiji Tsuburaya, non poteva neanche lontanamente prevedere che il lungometraggio sarebbe diventato nei decenni successivi un tassello fondamentale nella storia del cinema mondiale e un vero e proprio fenomeno pop. Non solo grazie alla qualità del lungometraggio in sé, con la sua forte connotazione anti bellica, ma anche come debutto di uno dei primi mostri creati dalla cinematografia giapponese. I due King Kong del Sol Levante degli anni trenta sono considerati film perduti, e Godzilla segna l’inizio di quel filone dei kaiju eiga (film di mostri) che continua nelle sue diverse incarnazioni ancora oggi. Visto il successo del film e dei suoi seguiti, un’altra casa di produzione giapponese, la Daiei, decise di sfidare il colosso Toho con la creazione di Gamera, un’enorme tartaruga volante protagonista di sette film dal 1965 al 1971.
Godzilla e Gamera nel corso dei decenni hanno continuato a popolare l’immaginario nipponico in svariate declinazioni, il lucertolone, oltre ai film prodotti negli Stati uniti da Legendary è tornato negli ultimi anni fuori dall’ombra grazie a Shin Godzilla di Hideaki Anno e Shinji Higuchi nel 2012, uno dei migliori lavori dedicati al kaiju; all’interessante e cerebrale serie animata Godzilla: Singular Point (2021) e ai tre film animati usciti fra il 2017 e il 2018.

Nelle scorse settimane la Toho ha annunciato che il tre novembre 2023 uscirà un nuovo lungometraggio dedicato a Godzilla, il trentesimo prodotto in Giappone, che sarà diretto, sceneggiato e con effetti speciali di Takashi Yamazaki e che forse sarà ambientato nel passato. Dovrebbe essere un live-action, ma non è stato ancora confermato, Yamazaki ha infatti lavorato sia in progetti animati in CGI, come Lupin III: The First o i due Stand By Me Doraemon, ma anche in live-action, comunque con massiccio uso di CG e il confine sta diventando sempre più sottile, quali Parasyte 1 e 2, o la trilogia Always: Sunset on Third Street. Proprio uno di questi, nello specifico il secondo film, si apre con un sogno in cui la Tokyo degli anni cinquanta è attaccata e distrutta da Godzilla, la scena, realizzata in CGI, seppur breve, è abbastanza riuscita e fa ben sperare per il nuovo film. Non ci si aspetti però un’opera che rivoluzioni o spinga la serie verso altri orizzonti come è avvenuto con Shin Godzilla, Yamazaki è un autore molto più ligio agli ordini dei produttori per così dire, che sa far bene il suo lavoro, ma che spesso non rischia e mira a soddisfare la massa. Staremo comunque a vedere.

Alcuni giorni dopo l’annuncio della Toho è arrivato, quasi come una risposta, quello della Kadokawa, la casa di produzione che acquistò la Daiei dopo il suo fallimento nel 1971, e di Netflix che rispettivamente produrranno e distribuiranno, dopo oltre quindici anni di assenza, un nuovo lavoro con protagonista Gamera. L’ultimo film con la tartaruga volante, Gamera The Brave, è infatti uscito nell’arcipelago nel 2006, un lungometraggio deludente che cercava di rilanciare il franchise dopo che dal 1995 al 1999 Shunsuke Kaneko lo aveva rivitalizzato con una splendida trilogia, picco del cinema kaiju probabilmente superiore alla serie originale.
Il nuovo progetto è intitolato Gamera-Rebirth e stando alle poche immagini rilasciate in rete, che ritraggono l’occhio di Gamera e una silhouette del mostro, sembra, ma il condizionale è d’obbligo, che questa nuova produzione sia un’evoluzione animata del franchise, non si sa ancora se serie o lungometraggio.

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