Per la prima volta, un presidente del governo spagnolo ha dichiarato davanti a un giudice nel palazzo sede del governo, la Moncloa. È successo ieri, quando lo spregiudicato giudice istruttore Juan Carlos Peinado si è presentato alla Moncloa alle 10.20, dopo aver negato a Pedro Sánchez il diritto di dichiarare per iscritto, come prevede la legge per chi occupa la presidenza di uno dei poteri dello stato. Come previsto e come sapeva il giudice, Sánchez si è avvalso della facoltà di non rispondere, dato che la persona su cui il giudice sta indagando è familiare stretta: sua moglie, Begoña Gómez.

Ma quello che in realtà cercava Peinado era una foto utile per la destra politica: un presidente davanti ai giudici. E l’ha ottenuta.
La tesi del magistrato è che Sánchez veniva intervistato come “sposo” dell’indagata, e non come presidente del governo – anche se l’accusa a Gómez è proprio di aver ottenuto dei vantaggi grazie proprio al fatto che fosse la compagna del capo dell’esecutivo.

Dopo alcuni giorni di incertezza su come reagire davanti a queste clamorose iniziative giudiziarie, ieri il presidente socialista ha deciso di attaccare. «A difesa dell’istituzione della Presidenza» l’Avvocatura dello stato ha inoltrato una denuncia per abuso d’ufficio al Tribunale supremo di Madrid, competente sul caso, dato che il presidente del governo è giudicabile solo da questo tribunale più alto in grado. Secondo la denuncia, il magistrato ha emesso una risoluzione «ingiusta» e «consapevole». «Vi sono molteplici elementi che rendono evidente che la presa di dichiarazioni effettuata contravviene alle norme che lo regolano». L’Avvocatura dello stato continua, con durezza, sottolineando che il giudice «non ha dedicato una sola riga a motivare o giustificare il motivo per cui la dichiarazione non dovrebbe essere resa per iscritto». E aggiunge: «Non ci sembra logicamente possibile porre domande sull’indagine di cui il testimone potrebbe essere a conoscenza se non legate alla sua posizione».

Nell’indagine, iniziata ad aprile, «non c’è niente che sia molto normale. Né le scadenze, né la modalità, né le procedure», come scrive il direttore del eldiario.es Ignacio Escolar. Il magistrato accettò la denuncia di uno pseudosindacato di estrema destra, Manos Limpias, con otto ritagli stampa (uno era una bufala che aveva scambiato la moglie di Sánchez con una omonima che aveva ottenuto una sovvenzione dello stato), senza attendere l’opinione della pubblica accusa e nonostante che la giurisprudenza del Tribunale supremo preveda che non si possa aprire una causa solo basandosi su articoli di stampa. L’accusa contro Begoña Gómez è quella di aver facilitato il riscatto della linea aerea Air Europa subito dopo la pandemia a cambio di un patrocinio di un centro universitario del quale era codirettrice (che però non venne mai ricevuto proprio per la pandemia). E la seconda è di aver firmato (assieme a 32 altre persone) una lettera standard di garanzia per un imprenditore che successivamente avrebbe ricevuto una sovvenzione.

Durante l’indagine, Peinado ha passato sistematicamente informazioni confidenziali all’avvocata di Vox, una delle accuse, ma non all’avvocato della moglie di Sánchez. La Guardia Civil ha fornito ben due dettagliate relazioni al magistrato in cui non riscontrava alcun delitto. Il Tribunale di Madrid aveva ordinato al giudice di chiudere il caso Air Europa per mancanza di indizi e di passare l’altro caso al Tribunale europeo, perché si tratterebbe eventualmente di fondi europei. Niente da fare, il giudice ha continuato imperterrito: l’obiettivo di questo magistrato sull’orlo della pensione è esplicitamente un altro.

Sánchez sperava che con la probabile e imminente elezione del socialista Salvador Illa alla presidenza della Catalogna (ieri i socialisti sono arrivati a un preaccordo con Esquerra, che le basi dei due partiti dovranno approvare) gli desse slancio politico: ma Peinado si impegnerà con tutte le sue forze perché questo non accada.