Se esistono grandi incertezze sugli effettivi margini di manovra a disposizione del nuovo presidente del Perù Pedro Castillo, il suo discorso di insediamento dinanzi al Congresso ha messo perlomeno bene in chiaro da quale lato intende schierarsi. Il primo presidente contadino della storia del paese ha iniziato con un saluto ai popoli originari, agli afroperuviani, alle minoranze escluse dei campi e delle città. E ha proseguito ricordando i danni dell’era coloniale, l’illusorietà di un’indipendenza che «non ha significato un miglioramento reale» per le grandi maggioranze e la triste successione di governi che «hanno defraudato la popolazione». Questa volta, ha dichiarato,...