Domenica le autorità marocchine hanno allertato il Consiglio di sicurezza dell’Onu, affermando che i combattenti del Fronte Polisario erano entrati nella città di Mahbes, nella zona di Guerguerat, «costruendo delle postazioni fortificate» come scrive l’ambasciatore del Marocco all’Onu, Omar Hilale.

Provocazioni considerate gravissime da parte del governo di Rabat a tal punto da far convocare una seduta speciale del parlamento marocchino e da far dichiarare al ministro degli Esteri, Nasser Bourita, che se l’Onu non interviene «il Marocco si assumerà le sue responsabilità ed interverrà militarmente contro chiunque ostacoli i suoi interessi».

Il ministro ha continuato attaccando frontalmente l’Algeria, paese con il quale ci sono state numerose tensioni a livello diplomatico sia per il suo sostegno alla Rasd (Repubblica democratica araba saharawi) sia per le recenti dichiarazioni di Algeri riguardo ai finanziamenti marocchini considerati illeciti e ricavati attraverso la “narco-mafia”. Bourita ha affermato che «Algeri si dovrà assumere le sue responsabilità e si dovrà preparare a tutte le opzioni da parte di Rabat, visto che è proprio lo stato algerino ad ospitare, finanziare e armare il Fronte Polisario».

Il governo algerino, fino ad ora, non ha risposto alle accuse, mentre il presidente della Rasd e segretario del Fronte Polisario, Ibrahim Ghali, ha dichiarato ieri all’agenzia Aps che «questa è l’ennesima dimostrazione della politica violenta e minacciosa di Rabat, isolata a livello diplomatico anche dall’Unione africana».

Da parte sua lunedì il portavoce Onu, Stephane Dujarric, ha smentito le accuse di Rabat affermando di non avere «nessuna segnalazione o nessun particolare movimento militare in quell’area» come riportato dagli osservatori della Minurso. In un rapporto trasmesso lo scorso giovedì, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha nuovamente richiesto sia l’invio di una missione tecnica che il ritiro di entrambe le parti dalla «fascia di sicurezza» di Guerguerat: proposta prontamente rifiutata da Rabat. Le preoccupazioni dell’Onu riguardano, infatti, un’area considerata a rischio con la concreta possibilità di scontri armati, come ha recentemente riferito l’inviato per il Sahara Occidentale, il tedesco Horst Kohler. Lo stesso rapporto per il 2017 della Minurso, ha registrato cinque violazioni da parte marocchina e sette da parte del Fronte Polisario in quell’area con «una forte probabilità di azioni militari e possibili combattimenti che potrebbero destabilizzare tutta l’area».

Le minacce marocchine arrivano proprio alla vigilia del dibattito al Consiglio di sicurezza sul prolungamento della missione Minurso e viene visto, secondo numerosi analisti, come un ulteriore tentativo di Rabat di mantenere una sorta di status quo nell’area, e quindi il controllo dei ricchi giacimenti di idrocarburi, tentando, inoltre, di screditare il Fronte Polisario.

Nonostante le minacce del Marocco e le recenti tensioni con Algeri, il segretario generale dell’Onu Guterres si dichiara comunque fiducioso riguardo agli sforzi del suo inviato speciale Kohler per il rilancio dei colloqui di pace e per la piena applicazione della risoluzione 2351 che «permetta una soluzione politica del conflitto e l’esercizio del diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi».