«In questi giorni di confinamento è stato utilizzato un uso sproporzionato della forza, con abuso di potere e mancanza di rispetto per le leggi nazionali e internazionali» ha dichiarato la Commissione nigeriana per i Diritti dell’Uomo (Nhrc) in un comunicato ufficiale di giovedì.

NEL SUO REPORT «sull’andamento della quarantena e sul rispetto dei diritti umani», la Commissione afferma che «la polizia nigeriana ha ucciso almeno 18 persone, accusate di non aver rispettato le misure di contenimento per arginare l’epidemia di Covid-19» e sono state documentati almeno «105 atti di violazioni dei diritti umani in meno di 10 giorni». Dal 31 marzo, infatti, molti stati della Nigeria hanno adottato misure di contenimento particolarmente severe a Lagos, nello stato di Abuja o Ogun, dove le persone sono obbligate a rimanere a casa, tranne che per acquistare cibo a giorni alterni.

 

 

 

Misure volute dal presidente Muhammadu Buhari per evitare che la pandemia si espandesse in aree metropolitane come Lagos – città con oltre 20 milioni di abitanti – e dilagasse nel paese, visto che la Nigeria ha il maggior numero di persone che vivono in estrema povertà nel mondo (oltre 87 milioni nel 2019 secondo l’organizzazione World Poverty Clock).

Le azioni preventive come il «distanziamento sociale» o «l’obbligo di rimanere in casa» poco si conciliano, però, con tutta quella parte di «economia “informale” fatta di persone (circa il 70% della popolazione) costrette ad uscire di casa per mangiare o garantirsi almeno un pasto al giorno» afferma la Nhrc.

 

https://youtu.be/lPWqjgqFOU0

 

Molti video, anche sui social, mostrano la polizia mentre distrugge le bancarelle del mercato o picchia violentemente la popolazione. «La Commissione avrebbe dovuto fornire i dettagli di coloro che sono stati uccisi dai poliziotti» ha detto il portavoce della polizia Frank Mba, garantendo «la punizione per i colpevoli», in un paese nel quale le forze di sicurezza sono regolarmente accusate di abuso di potere e di corruzione.

IL PAESE ATTUALMENTE conta 442 casi e 13 decessi, numeri bassi che si spiegano con la « bassa rilevazione di tamponi» – riferisce il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) – che comunque, si sono «quadruplicati in meno di una settimana».

In aggiunta alla diffusione del virus e alle violenze della polizia, restano permanenti le continue brutalità da parte di Boko Haram. Secondo le fonti del ministero dell’Interno nigeriano sono «almeno 14 le persone morte» dopo un attacco di ieri del gruppo jihadista contro il campo profughi nella città di Gamboru – nord-est del paese al confine con il Camerun – con «altre decine di morti ancora da accertare e con oltre 2mila profughi rimasti senza tetto» in seguito all’incendio causato dall’attacco. In un lungo video-messaggio Abubakar Shekau, leader di Boko Haram, ha denigrato tutte le misure di contrasto alla pandemia di Buhari, indicando il coronavirus come «il prodotto del male commesso dai paesi occidentali».

DAL 2009 BOKO HARAM ha causato la morte di circa 36mila persone e ha costretto quasi altri due milioni a fuggire dalle loro case nella Nigeria nord-orientale, con centinaia di migliaia di profughi che vivono in campi sovraffollati e che dipendono dagli aiuti alimentari internazionali, ancora più a rischio con la diffusione della pandemia.