La prigione di Camp Le Roux, in Repubblica Centrafricana (Rca), si trova nel complesso del quartier generale delle Forze armate centrafricane (FaCa) a Bangui, capitale del Paese. È un luogo di cui basta il nome a suscitare brividi di paura: qui sono stati detenuti centinaia di prigionieri personali dell’ex-presidente Francois Bozizé, migliaia di persone sono state torturate e, oggi, vi sono detenuti centinaia di ex-miliziani e ribelli in condizioni terribili. «Migliaia di persone sono attualmente detenute in centri di detenzione sovraffollati, con accesso limitato a cibo, acqua, servizi igienici e assistenza sanitaria di base» denuncia un documento delle Nazioni Unite pubblicato due giorni fa, che descrive in particolare «la tendenza dell’esercito e delle forze di sicurezza di effettuare arresti e detenzioni illegali e arbitrarie»: in Rca, 1.749 detenuti sono in attesa di processo, alcuni anche da sei anni. Ma non solo.

Tra i detenuti di Le Roux vi sono anche tre cittadini europei, tutti in sciopero della fame da domenica scorsa per protesta contro lo stato di detenzione prolungata e per le condizioni in cui sono costretti a vivere: alcuni detenuti di Le Roux non vedono la luce del giorno da anni. Uno degli scioperanti è Martin Joseph Figueroa, un cooperante belga di origini portoghesi dipendente della Ong americana Fhi360, arrestato il 25 maggio dai mercenari russi della Wagner a Zemio, nel sud-est della Rca, prefettura di Haut-Mbomou. Figueroa è accusato di spionaggio e attentato alla sicurezza nazionale e, secondo la procura di Bangui, avrebbe avuto contatti con diversi leader di milizie armate. Figueroa sta ricevendo le visite e l’assistenza dalla rappresentanza belga a Bangui e, da domenica, assume unicamente acqua macchiata con un po’ di caffè.

Prima di lui, è in sciopero da oltre una settimana il suo compagno di cella, Dominique Yandocka, deputato centrafricano dell’opposizione arrestato il 15 dicembre e accusato di cospirazione. Yandocka, che soffre di problemi renali e cardiaci, digiuna dalla fine di marzo, ma ha dovuto interrompersi più volte per questioni di salute. Nell’infermeria del Camp Le Roux ci sono altri due europei in sciopero della fame: si tratta di due cittadini franco-algerini, Ousman Samir Antonio e Bensalem Hacade, arrestati il 10 giugno a Bangui sempre dagli uomini della Wagner. Operanti nel settore minerario, sono accusati di spionaggio e di avere avuto contatti con milizie ribelli.

Sia dopo l’arresto del belga che dopo quello dei franco-algerini, il gruppo Wagner ha diffuso sui suoi canali Telegram diverse immagini in cui si mostrava il presunto ‘bottino’, nel caso dei franco-algerini un vero e proprio arsenale da guerra. Il sito di notizie Corbeau news riporta invece che i due sarebbero vittime di un conflitto d’affari con alcuni potenti imprenditori di Bangui. La posizione di Figueroa invece è più delicata: dopo l’arresto in zona remota e il rientro a Bangui, per quasi due mesi la Ong di cui è dipendente non ha rilasciato commenti. Solo il 16 luglio la Fih360 ha pubblicato un comunicato stampa, dicendosi «estremamente preoccupata» e spiegando che il cooperante stava lavorando per «l’elaborazione di un progetto incentrato sulla riduzione della povertà, sull’incremento dell’economia di opportunità e sulla prevenzione della violenza di genere».

Al momento del suo arresto, l’area di Zemio era teatro di una vasta operazione di smobilitazione: secondo fonti del manifesto, proprio in quei giorni è stata smantellata una milizia, gli Azandé, e molti dei suoi miliziani sono stati riarruolati con li Wagner in un gruppo che si fa chiamare Wagner Ti Azandé. Alcuni di loro verrebbero addestrati e inviati in Mali a dare supporto ai Wagner nel Sahel.