Il governo corre in soccorso della Regione Piemonte per liberarla dal cortocircuito in cui era finita autonomamente – nonostante la colpa data a Bruxelles – avendo, in prima battuta, anticipato di due anni il blocco dei veicoli diesel Euro 5 rispetto alle altre regioni del bacino padano. Lo stop fissato a partire dal 15 settembre, per combattere gli effetti dello smog, non ci sarà. La notizia era nell’aria e ora è ufficiale.

Il soccorso al governatore Alberto Cirio arriva dal corregionale e compagno di partito Gilberto Pichetto Fratin, biellese, in Forza Italia dalla fondazione, nonché ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’esecutivo Meloni.

Le misure di limitazione della circolazione per i diesel Euro 5, potranno, infatti, essere attuate «esclusivamente a far data dal primo ottobre 2024». È quanto si legge in una nota del Ministero in cui si spiegano i contenuti del decreto predisposto per «scongiurare il blocco dei veicoli diesel Euro 5 in Piemonte» e approvato dal consiglio dei ministri. Il decreto prevede la revisione e l’aggiornamento dei piani sulla qualità dell’aria delle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia-Romagna, che nel 2017 avevano firmato l’Accordo di programma, «al fine di riesaminare i contenuti dei provvedimenti adottati alla luce dei risultati già conseguiti di riduzione delle emissioni inquinanti».

Nello specifico, le misure di limitazione della circolazione ai diesel Euro 5 potranno essere attuate esclusivamente dal primo ottobre del prossimo anno «in via prioritaria nei comuni superiori ai 30mila abitanti, dotati di un’adeguata rete di trasporto pubblico locale e dove ci sono valori inquinanti alti che possono incidere sulla tutela della salute». Questa facoltà verrà meno e «diventerà un obbligo dal primo ottobre 2025, sempre nei comuni con le caratteristiche appena citate».

«Ci siamo riusciti ma la soluzione non era semplice e il risultato per nulla scontato», commenta soddisfatto il ministro Pichetto Fratin, che aggiunge: «Il governo è intervenuto con lo strumento del decreto anche al fine di scongiurare una crisi sociale ed economica di famiglie e imprese, senza tralasciare l’importanza degli impegni assunti con l’Unione europea che primi su tutti vanno incontro anche alla tutela della salute dei cittadini». L’Italia, per la cronaca, è il Paese europeo con le più gravi violazioni della direttiva europea sulla qualità dell’aria.
Esulta il presidente Cirio: «Siamo riconoscenti al ministro Pichetto, che ha coordinato il complesso lavoro tecnico che ha portato a questo decreto, e all’intero governo, a cominciare dai ministri Salvini e Fitto, per l’intervento immediato a supporto di famiglie e imprese del Piemonte».

Critico Marco Grimaldi, il vice capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera Marco Grimaldi: «L’Italia ha tre procedure di infrazione europee concluse e una in corso, siamo il Paese che più di tutti ha violato la direttiva sulla qualità dell’aria. Oltretutto i diesel Euro 5 sono la categoria più coinvolta nel dieselgate, con le emissioni dichiarate più lontane da quelle effettive. La Regione Piemonte ha avuto due anni per accompagnare la decisione del blocco al 2023, presa non oggi ma nel 2021. Invece ha aspettato il 30 giugno del 2023 per rendere quella delibera attuativa. Gioire per le proroghe dell’Europa è miope e inoltre non c’entra nulla con una misura richiesta e disposta dalle nostre istituzioni territoriali. Vantarsi di aver disposto un decreto per rinviare è come tirarsela per non essersi fatti la doccia».

Chiara Gribaudo, parlamentare piemontese del Pd, scrive su Twitter: «Fanno e disfanno. In Piemonte, Lega contro Forza Italia contro Fratelli d’Italia sullo stop ai veicoli Euro 5. Avvisate Cirio: la sua maggioranza è già in campagna per le regionali, gli uni contro gli altri armati».