Il governo polacco glissa sulla marcia incendiaria dei «veri patrioti»
L'ennesimo 11 novembre Allergici al movimento di protesta femminista che attraversa il paese, i populisti di Diritto e giustizia non condannano l'estrema destra che prova a mettere a ferro e fuoco Varsavia nel giorno dell'Indipendenza, anzi
L'ennesimo 11 novembre Allergici al movimento di protesta femminista che attraversa il paese, i populisti di Diritto e giustizia non condannano l'estrema destra che prova a mettere a ferro e fuoco Varsavia nel giorno dell'Indipendenza, anzi
Ancora una volta la destra populista di Diritto e giustizia (Pis) ha preferito glissare sui soliti episodi di violenza che hanno accompagnato le celebrazioni per il giorno dell’indipendenza della Polonia, mercoledì scorso. Sì c’è stata qualche condanna generica come tutti gli anni da parte della dirigenza del PiS ma ieri è sembrata prevalere la linea del silenzio. Prova ne è che anche nel notiziario serale del canale statale Telewizja Polska (Tvp), smaccatamente filo-PiS, non c’è stato alcun riferimento ai disordini dell’ennesimo 11 novembre, in cui gli ultranazionalisti hanno provato a mettere a ferro e a fuoco Varsavia durante il «corteo dell’indipendenza».
Quest’anno doveva andare diversamente a causa del divieto di assembramenti di più di 5 persone in vigore in tutta la Polonia a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus. «Il PiS ogni volta ammicca ai “veri patrioti” ma quando si verificano degli episodi scandalosi soffre di miopia. Mi chiedo dove sia il governo che ha avuto tanto da dire in merito alle ultime proteste delle donne», ha commentato Rafał Trzaskowski, il sindaco della capitale polacca sconfitto sul filo del rasoio da Andrzej Duda, espressione del PiS, al ballottaggio delle presidenziali dello scorso luglio.
Il riferimento è alle centinaia di migliaia di cittadini scesi in strada nelle ultime settimane per dire con rabbia e fermezza «nie» alla messa al bando dell’aborto terapeutico sancita da una sentenza del Tribunale costituzionale non ancora apparsa sulla gazzetta ufficiale. C’era da aspettarselo quest’anno che Trzaszkowski non avrebbe autorizzato il corteo per motivi epidemiologici. Una situazione che aveva spinto gli organizzatori a invitare i partecipanti a sfilare soltanto su due e quattro ruote. Il tutto si sarebbe dovuto svolgere senza mettere un piede a terra ma sappiamo benissimo che non è andata così.
Negli ultimi due giorni ha fatto il giro del paese il video di un incendio doloso scoppiato in un appartamento in pieno centro a causa del lancio chirurgico di un razzo in un balcone. La maggioranza ha preferito soprassedere su questo episodio. Eppure alcuni pezzi grossi della formazione politica messa in piedi dai fratelli Kaczynski hanno comunque perso l’occasione di restare in silenzio: «È stato un corteo meraviglioso. Sono stati fantastici. Ci sono solo alcuni eventi sui quali bisogna fare chiarezza. Si è giunti a una situazione in cui la polizia ha sparato alle persone anche se era stata l’Antifa ad attaccare i patrioti polacchi», ha dichiarato il falco del PiS ed ex ministro della Difesa polacco Antoni Macierewicz. In effetti, non è stata trovata alcuna prova della presenza di contromanifestanti al corteo. Secondo il quotidiano di centrosinistra Gazeta Wyborcza, il coinvolgimento dell’Antifa non sarebbe altro che una bufala diffusa dai nazionalisti attraverso un account fasullo su Twitter.
L’11 novembre è stata invece una giornata impegnativa ma relativamente tranquilla per le protagoniste dello «Sciopero nazionale delle donne» (Osk) che hanno organizzato 8 ore di dibattiti, il tutto rigorosamente in rete, con l’intenzione di «mettere in quarantena il nazionalismo».
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