La prima mossa dell’operazione “Wuambushu” (“ripresa” in lingua maoré) è stata subito bloccata dalla giustizia: un tribunale martedì ha giudicato “irregolari” le evacuazioni di migranti sans papiers previste dal ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin, nel quartiere Talus2 a Koungou, vicino a Mamoudzou, il capoluogo di fatto del dipartimento di Mayotte.

Il Prefetto ha fatto appello. Ma la prima operazione di espulsione e distruzione di bidonville di banga, decisa a Parigi e che avrebbe dovuto svolgersi in segreto, sta infiammando l’isola francese dell’oceano indiano situata a 8mila km da Parigi, membro della Ue come “regione ultraperiferica”, già preda di violenza endemica e estrema povertà. Lunedì, c’era già stato un primo scacco: le Comore hanno rifiutato di accogliere la prima nave di espulsi, con una sessantina di persone a bordo di nazionalità comoriana.

Per l’operazione lanciata da Darmanin per «lottare contro l’immigrazione illegale, l’insalubrità pubblica e l’insicurezza sull’insieme del territorio», 1.800 poliziotti sono arrivati nei giorni scorsi dalla Francia metropolitana. Ci sono stati scontri violenti e in un’operazione contro le bande degli agenti hanno fatto ricorso ad armi da fuoco, sparando a terra. Darmanin invece di rispondere al dramma «se la prende con i poveri» ha commentato l’eurodeputato Verde, Damien Carème.

MAYOTTE È DAL 2011 il 101esimo dipartimento francese. Ha due deputati che chiedono ad alta voce l’intervento di Parigi. Sul posto, il vice-presidente del dipartimento, Salime Mdéré (associato a Les republicains) ha parlato di «delinquenti», «teppisti», «terroristi» e ha detto che «a un certo punto bisognerà forse ammazzarne qualcuno». A Mayotte, al primo turno delle presidenziali del 2022, Marine Le Pen ha ottenuto il 42,8%, Jean-Luc Mélenchon il 23,9% e Emmanuel Macron il 16. Il dipartimento ha il tasso di delinquenza più alto di Francia.

LA SITUAZIONE SEMBRA senza via d’uscita nell’immediato. A Mayotte (due isole) ci sono 350mila-400mila abitanti, una popolazione moltiplicata per 12 in 60 anni, per 4 dal 1985, con una densità di 825 abitanti per km2 (le previsioni dell’Insee, l’Istat francese, sono di 760mila abitanti nel 2050).

La metà sono immigrati, soprattutto dalle Comore vicine, a cui dal 1995 è stato imposto il visto. L’84% della popolazione vive sotto la soglia della povertà, il 50% ha meno di 17 anni, la disoccupazione è al 30%. Mayotte manca di tutto: la gente è costretta a vivere in abitazioni precarie, 40% vivono nei banga, costruiti in modo illegale e che adesso sono nel mirino dell’operazione “Wuambushu”. Ogni anno, circa 25mila persone vengono espulse verso le Comore. Ma gli arrivi continuano con i canotti kwassa-kwassa – con un tasso di morti naufragati che fa del canale il cimitero umano più grande al mondo – anche perché, malgrado la forte povertà, il pil di Mayotte è otto volte superiore a quello delle Comore.

A Mamoudzou c’è la più grande maternità di Francia e d’Europa (9mila nascite nel 2022): «Una classe intera nasce ogni giorno a Mayotte», ma il ritmo di costruzione di scuole non segue. La Francia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per le espulsioni di minorenni.

IERI, LA PRIMA MINISTRA, Elisabeth Borne, ha annunciato che la prevista nuova legge sull’immigrazione non sarà nei “cento giorni” di riconquista voluti da Macron per risollevare la crisi nazionale e sarà rimandata a settembre, perché non è il momento di aprire altre divisioni mentre non si è riassorbita quella sulle pensioni. Ma a Mayotte anche le leggi in vigore non vengono applicate: in Francia c’è lo jus soli, ma per chi nasce da genitori stranieri bisogna aspettare i 18 anni e dimostrare di aver frequentato la scuola dagli 11 anni per 5 anni, una condizione praticamente impossibile nel dipartimento più povero del paese. Le nascite diventano quindi una fabbrica di clandestini.

LA SOVRANITÀ FRANCESE su Mayotte non è riconosciuta dalle Comore e l’Onu nel 1976 ha contestato la validità del secondo referendum che ha bocciato l’indipendenza. Mentre nel 1974, in un primo voto, le Comore hanno votato al 90% per l’indipendenza, il 44% l’aveva bocciata a Mayotte.

Luigi Filippo aveva comprato Mayotte dal sultano Andriantsoly nel 1941, nel 1848 era entrata a far parte della Repubblica francese, la schiavitù era stata abolita nel 1846. La Francia ha poi avuto il Protettorato delle Comore, fino all’indipendenza dell’arcipelago. Ma Mayotte serve a Parigi per ragioni geopolitiche e per confermare la posizione di seconda potenza marittima mondiale.