Macron a fuoco lento spera di attirare parte dei socialisti
Francia La crisi si allunga e tutti i partiti incalzano il presidente che vuole spaccare la sinistra. Ma Hollande lo attacca: «Colpa istituzionale»
Francia La crisi si allunga e tutti i partiti incalzano il presidente che vuole spaccare la sinistra. Ma Hollande lo attacca: «Colpa istituzionale»
Oggi, Emmanuel Macron va in Serbia, anche per concludere la vendita controversa di 12 caccia bombardieri Rafale a un governo che per la Ue conserva una vicinanza preoccupante con la Russia, malgrado l’iter in corso per l’adesione all’Unione. Ieri sera, il presidente ha assistito alla cerimonia di apertura dei Giochi ParaOlimpici a Parigi, accanto al presidente tedesco, Fraz-Walter Steinmeier, dopo aver ricevuto il premier britannico Keir Stammer, la presidente dell’Islanda Halla Domsdottir e il presidente ceco Petr Pavel, oltre a personalità da Canada, Australia, il primo ministro sloveno e alcune altezze reali, dal Gran Duca del Lussemburgo alla principessa Astrid del Belgio, passando per Alberto II del Principato di Monaco.
MA PRIMA DI PARTIRE per Belgrado, c’è stamattina un terzo round di “consultazioni”: con i poteri locali, sindaci e regioni, con la presenza di socialisti, un cuneo che il presidente spera di inserire sempre più a fondo nell’alleanza di sinistra del Nuovo Fronte Popolare.
INTANTO, LA FRANCIA, al 43esimo giorno di crisi dopo le dimissioni del governo Attal, non ha ancora un primo ministro. Tutti i partiti ieri hanno aumentato la pressione su Macron, perché prenda finalmente una decisione. Ma il presidente tira per le lunghe: l’obiettivo è la frattura dell’alleanza del Nuovo Fronte Popolare, una scommessa di spaccare la sinistra già persa al primo round con la convocazione inattesa di elezioni anticipate dopo la sconfitta del campo macronista alle europee.
A giugno, Macron aveva puntato sull’impossibilità di un accordo a sinistra, in seguito alla difficoltà della Nupes dal 2022. Scommessa persa. Ma il presidente persiste. L’obiettivo è attirare una parte del Ps e prendere tempo per evitare che un nuovo governo “disfi” per decreto le scelte economiche degli ultimi 7 anni, nei giorni che precedono il 1° ottobre, giorno della prima riunione della nuova Assemblée Nationale, senza possibilità di “censura”, a meno che non venga convocata una sessione “straordinaria”, come chiedono i comunisti del Pcf e il Rassemblement National di Marine Le Pen.
La redazione consiglia:
Francia, via la sinistra ma non basta: la crisi ora si chiama MacronTRA I SOCIALISTI c’è confusione. C’è un’ala di sindaci e poteri locali (Hélène Geoffroy a Vaux-en-Velin, Rossignol-Meyer a Rouen, Carole Delga alla testa della regione Occitanie) che preme per la rottura con la France Insoumise e che non rifiuta il dialogo con l’Eliseo. Ma non sono deputati, dove i 65 seggi Ps sono stati conquistati grazie all’accordo Nfp, mettendo il partito a ruota dietro la France Insoumise (71), dopo che il rapporto di forze a sinistra era stato rovesciato alle europee, con la lista Gluksmann in testa. Macron oggi non ha nessuna certezza che all’Assemblée Nationale i deputati Ps si distanzino dal blocco Nfp.
LA DIREZIONE di Olivier Faure, pur contestata, ha deciso la “censura” verso un governo che non sia guidato da Lucie Castets, la candidata Nfp. François Hollande ha accusato Macron di «colpa istituzionale» per il rifiuto di nominare Castets. «Sciocchezze» ha risposto il centrista François Bayrou, pilastro dell’area Macron, «come ex presidente dovrebbe conoscere la Costituzione». Hollande, tanto criticato quando era presidente, adesso è considerato «l’Hollande che amiamo, solido e solidale del Nfp» da Marine Tondellier, leader dei Verdi. Tondellier respinge l’ipotesi di una nomina nell’area socialista fuori dal Nfp, Manuel Bompard della France Insoumise parla di «tradimento del voto degli elettori» da parte di un «ramo del Ps che preferisce partecipare a un’operazione di sostegno di Macron».
CIRCOLA IL NOME dell’ex primo ministro (di Hollande) Bernard Cazeneuve (che è uscito dal Ps). La Cgt spera in un «successo» della manifestazione del 7 settembre, organizzata dalla France Insoumise, ma non ha lanciato appelli a partecipare. La destra Lr, ricevuta di nuovo ieri all’Eliseo, ha parlato di incontro «deludente».
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