Lo scorso gennaio in un ospedale nella prefettura di Kanagawa, Uchida Hiroshi, un uomo ricoverato per un tumore in fase terminale, improvvisamente rivela di essere in realtà Kirishima Satoshi, fuggiasco ricercato dalla polizia giapponese e internazionale per quasi cinquant’anni. Dal 1975 e fino alla sua morte avvenuta pochi giorni dopo la confessione infatti, Kirishima, membro della cellula Sasori dell’Higashi ajia hannichi buso sensen (East Asia Anti-Japan Armed Front), gruppo militante che nei primi anni settanta ha organizzato multipli attacchi contro lo stato giapponese, è stato un volto onnipresente nei poster di ricercati che tappezzano i luoghi pubblici di tutto l’arcipelago. Per quasi cinque decenni Kirishima ha vissuto quindi in Giappone sotto falso nome facendo i lavori più disparati, mentre i compagni militanti della sua cella operativa furono quasi tutti catturati dopo l’attentato alla Mitsubishi Heavy Industries nell’agosto del 1974, attacco in cui persero la vita 8 persone e altre centinaia furono ferite.

IN KIRISHIMA, le vicende personali di un individuo e le sue scelte si mescolano con la storia delle violente rivolte sociali e politiche giapponese dei degli ultimi decenni del secolo scorso. Tematiche che non potevano non toccare l’interesse di Adachi Masao, filmmaker/artista/rivoluzionario che in modo simile a Kirishima è stato ricercato per decenni, durante la sua trentennale permanenza in Medio Oriente, dove ha sostenuto la causa palestinese fino alla cattura ed estradizione in Giappone avvenuta nel 2000.

il regista Masao Adachi

DOPO GLI INIZI nel cinema sperimentale e underground giapponese negli anni sessanta (Wan, Sain, Gingakei) e il suo connubio professionale con Wakamatsu Koji e il cinema pink, verso la prima metà degli anni settanta Adachi decide di proseguire il suo cinema/rivoluzione il Medio Oriente. Catturato e rimpatriato, in questo millennio Adachi torna al cinema scegliendo di focalizzarsi nei suoi lavori su soggetti fra loro simili, cioè segregati e abbandonati dalla società, da Prisoner / Terrorist del 2007, a Artist of Fasting del 2016, fino al più recente Revolution+1, in cui racconta la vita di Yamagami Tetsuya, l’uomo che ha sparato e ha ucciso il primo ministro Abe Shinzo nel luglio del 2022.
Adachi comincerà a filmare un film sulla vita di Kirishima questi giorni, il titolo ancora provvisorio è Toso, kantetsu! (Scappa!), il lungometraggio sarà prodotto, come il precedente Revolution+1, dal gruppo di sale da concerti Loft e avrà nel ruolo del protagonista Furutachi Kanji, attore e volto conosciuto nei circoli del cinema indipendente, specialmente per il suo connubio con il regista Fukada Koji in film quali Harmonium e Au revoir l’été. Sarà interessante vedere come Adachi deciderà di affrontare il tema e la figura di Kirishima, Revolution+1, benché realizzato in poco tempo e con bassi mezzi economici ed un’estetica «povera», è una lezione di come il cinema possa ancora funzionare come un cuneo o un martello lanciato verso la società, per scardinare e liberare in essa il ruolo dell’arte. In alcune dichiarazioni rilasciate per l’occasione, il regista giapponese ha dichiarato che il film si concentrerà sugli ultimi giorni di vita di Kirishima e cercherà di mettere in immagini alcune domande sulla vita dell’uomo, ad esempio come abbia vissuto durante questi cinque decenni e il motivo che lo ha spinto a rivelare la sua vera identità poco prima di morire.

INTERESSANTE la scelta del direttore della fotografia, Yamazaki Yutaka, decano della professione che in passato ha lavorato spesso con Kore’eda Hirokazu, da After Life del 1999 fino a After the Storm del 2011, e ma che è stato dietro alla macchina da presa anche per molti documentari, ricordiamo almeno ANPO: Art X War (2010) o il più recente Shunga dell’anno passato. La scelta è degna di nota perchè Yamazaki è un direttore della fotografia il cui tocco, patinato o naturalistico che esso sia, si nota spesso, la riuscita visuale di molti dei film a cui ha partecipato è quasi all’opposto di quella degli ultimi film di Adachi.
Un altro motivo di interesse del lungometraggio è il fatto che, come è stato acutamente notato dallo studioso William Andrews, scrittore che ha trascorso questi ultimi anni intervistando il giapponese per una biografia che sarà pubblicata a fine 2024, per Adachi Kirishima non è un soggetto neutro. Alcuni membri dell’East Asia Anti-Japan Armed Front furono infatti liberati dalle autorità giapponesi come scambio durante dirottamenti aerei portati avanti dalla Nihon Sekigun (l’Armata Rossa Giapponese) e in seguito andarono a combattere proprio in Medio Oriente a fianco di Adachi.