Con la convocazione di un Forum cui hanno preso parte attivisti, studiosi e numerose realtà dei movimenti e dell’associazionismo italiano, è stato aperto un tavolo di lavoro sui cardini dell’enciclica «Laudato Sì», vista come un testo pienamente politico, capace di comprendere nel medesimo orizzonte la dimensione della giustizia sociale, del rispetto dei diritti, della cura della casa comune e del vivente – nella consapevolezza dell’urgenza di una pratica di resistenza culturale, educativa e comunicativa. Ne nasce un documento, pubblicato pochi giorni fa, importantissimo che per la prima volta connette, misura, declina riflessioni, ricerca e impegno in un orizzonte comune, ponendo il disastro climatico come dimensione politica del nostro tempo e come terreno della battaglia per i diritti.

Il clima è il cardine di tutte le lotte di giustizia sociale e ambientale. É un principio di valenza costituzionale. Questa consapevolezza emerge anche dal Fridays for future. La vita umana sul pianeta è messa in discussione da poteri globali che ne traggono vantaggio, con depredazioni sistematiche di suolo e risorse idriche, privatizzazioni dei beni comuni, liberalizzazioni del commercio di materie prime, trattati economici iniqui e politiche di «risanamento del debito».

É in questa cornice che vanno ristabiliti i diritti delle comunità e dei singoli. Perché è fondamentale conoscere le interconnessioni tra cambiamenti climatici, economia, lavoro, migrazioni, conflitti, debito, da una parte, e, dall’altra, tutela del vivente, ecofemminismo, comunità resistenti, nuovi stili di vita e di produzione? Perché senza questa conoscenza non possiamo impostare una strategia di costruzione sociale planetaria. Una delle novità assolute dell’Enciclica «Laudato Sì», soprattutto di questo documento, è che il debito, e la relativa speculazione finanziaria, vengono rappresentati come uno degli strumenti formidabili di estrattivismo di ricchezza da tutti verso una rarefatta élite potente e indefinita che è contro il vivente e la Terra.

Sul versante della critica al sistema finanziario, nel 2018 il Vaticano scrive un documento fondamentale «Considerazioni per un discernimento etico circa alcuni aspetti dell’attuale sistema economico-finanziario». Nel documento sulla Finanza si rileva anche come numerose economie nazionali sono appesantite dal dover far fronte al pagamento degli interessi che provengono dal debito e devono perciò dolorosamente intraprendere degli aggiustamenti strutturali a tale scopo.

Di fronte a tutto ciò, da una parte, i singoli Stati sono chiamati a correre ai ripari con assennate ripartizioni delle spese ed oculati investimenti, dall’altra, a livello internazionale, pur mettendo ogni Paese di fronte alle sue ineludibili responsabilità, occorre anche consentire e favorire delle ragionevoli vie d’uscita dalle spirali del debito, non mettendo sulle spalle degli Stati – e quindi sulle spalle dei loro concittadini, vale a dire di milioni di famiglie – degli oneri che di fatto risultano insostenibili.

Ciò anche mediante politiche di ragionevole e concordata riduzione del debito pubblico, specie quando questo è detenuto da soggetti di tale consistenza economica da essere in grado di offrirla. Solo attraverso una Conferenza europea sul debito si potranno individuare le risorse necessarie per un Giubileo che liberi la Terra dal debito ecologico. Rimettendo il debito finanziario e destinando le risorse liberate per contrastare i cambiamenti climatici a favore di tutte le forme di vita.